Rassegna Stampa

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Rom e cagliaritani sfilano insieme, no al razzismo: "La scuola è di tutti"

Fonte: web Castedduonline.it
10 giugno 2013

La manifestazione

 



di  Marcello Polastri


 


No al razzismo, il diritto alla scuola è di tutti”. Con questo slogan è partita a Cagliari alle 17, con un ritardo di mezz'ora sulla tabella di marcia, la manifestazione contro il razzismo.
Cappelli ricci, sorrisi bianco-oro, abbigliamento colorato e quella  cadenza dialettale tutt'altro che nostrana: i Rom, dallo spiazzo antistante la Scuola Manno, hanno animato il corteo composto da grandi e piccini. Con loro c'erano molti altri stranieri in prima fila insieme a tantissimi cagliaritani e a molti esponenti del centrosinistra cagliaritano: il consigliere regionale Marco Espa, i consiglieri comunali Francesca Ghirra, Enrico Lobina, l'Assessore Susanna Orrù, Emanuele Armeni per la Provincia.
Tra loro anche Fabrizio Rodin, presidente della commissione Politiche Sociali, che da sempre sostiene: “i Rom sono cittadini cagliaritani a tutti gli effetti e il Comune sta spendendo per loro molto meno di quanto ha fatto il centrodestra in 20 anni con il campo nomadi”. C'era l'ASCE, il comitato Sardegna-Palestina, la comunità La Collina, il Cagliari Social Forum, 2000 Resistenze, il Comitato Antifascista.
Non era presente (o forse è arrivato sul tardi) il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Avvisato, di passaggio, l'ex presidente della regione Renato Soru che domanda: "cosa succede? Perché manifestano?".
In quell'istante un ragazzo suona la fisarmonica e il corteo si muove per le strade della Marina, guarda caso nel quartiere che si è sempre mostrato ospitale con gli stranieri.
“La scuola è civiltà, chiuderla è una barbarie”, si legge negli striscioni al centro di un corteo composto da circa 150 persone.
"Ugnione giornale razzista" è la scritta che campeggia su un lenzuolo usato come striscione.
"E' stata fatta una campagna giornalistica che ci ha penalizzato - racconta, tra i manifestanti, Ratko Boban Halilovic - così il clima di intolleranza verso noi Rom è diventato caldo. I Cagliaritani sono brava gente - prosegue Biban - e ditelo per cortesia: noi Rom non rubiamo, non viviamo in ville con piscina ne chiediamo di viverci, vorremmo solo poter contare sul diritto all'integrazione sociale, e soprattutto mandare i nostri figli nelle scuole di questa città, senza aver timore".
Insomma i Rom domandano a Cagliari di uscire  dai luoghi comuni: "Zingari sporchi? Che rubano", per Ratko Boban Halilovic "è ora di dire basta a queste fesserie".
Per lui e i suoi connazionali, una trentina di Rom presenti alla manifestazione, il razzismo è tutt'altro che il diavolo dei tarocchi. È un nemico tangibile, soprattutto a Cagliari, città nella quale avvertono la minacciosa presenza di comportamenti anti-Rom. Ad esempio dopo il messaggio - di cattivo gusto - che Forza Nuova ha messo in scena due settimane fa, sbarrando simbolicamente le scuole dove i Rom andranno a conseguire la licenza media su iniziativa del Comune grazie a un finanziamento di appena 20 mila euro.

"Il razzismo non è un punto di vista, è odio che cova, ed è un potenziale reato" afferma Antonello Pabis dell' associazione sarda contro l'emarginazione. E' della stessa opinione Patrizia Littera, Cagliaritana, impiegata della CGIL, che ha manifestato in prima fila in quella che è stata la prima grande manifestazione rom organizzata in Sardegna contro le discriminazioni.   Già, ma cosa chiedono esattamente i Rom? Semplice, vorrebbero diventare cittadini italiani a tutto tondo. Per questo motivo hanno espresso, nel  grande corteo in marcia tra le vie del centro, una incontenibile voglia di integrazione, ribadendo: "desideriamo  godere dei vostri stessi diritti". Così, dopo gli insulti e le minacce di morte al Ministro dell’Integrazione e Cooperazione Internazionale Cucile Kyenge, dopo le parate anti Rom messe in atto a Bologna, l'attacco agli studenti di etnia Rom di Cagliari ha stimolato una manifestazione pacifica.