Ogni dieci carichi le forze dell'ordine ne fermano uno. Cocaina e hascisc: un business milionario
Is Mirrionis, San Michele, Sant'Elia. Ecco i covi dei boss della droga
«Io posso fare tutto, io sono il re di questo quartiere». Così Andrea Perdisci, considerato all'epoca boss della droga di Sant'Elia, si rivolgeva a un suo luogotenente in una conversazione intercettata nel 2008 dalla squadra Mobile e finita negli atti dell'operazione Margot. E Perdisci a quel tempo era - a modo suo - davvero un re. Comandava un piccolo esercito organizzato in stile Scampia e faceva una vita dorata: auto di lusso, villa con piscina e una bella barca, il Margot appunto.
Sogni di dominio e soprattutto di denaro, fiumi di denaro, comuni a quelli di molti altri narcotrafficanti o presunti tali comparsi sulla scena prima e dopo di lui. E che ancora oggi emergono dalle inchieste giudiziarie e dalle operazioni di polizia, carabinieri e finanza che cercano di arginare il fenomeno.
LA MAPPA DELLA DROGA Ecco perché, per tracciare una mappa criminale di Cagliari, non si può prescindere dalla droga: il vero core business della malavita locale, attorno a cui ruota tutto il resto, microdelinquenza compresa. A gestirlo sono gang strutturate come vere e proprie holding e legate a doppio filo con alcuni potenti trafficanti dell'hinterland. «Noi monitoriamo e reprimiamo, ma per ogni carico di droga che intercettiamo ne passano altri dieci», spiega uno dei magistrati in prima linea contro gli spacciatori. Impossibile stimare il giro d'affari complessivo, ma si parla di decine di milioni di euro all'anno.
IS MIRRIONIS-SAN MICHELE In questa vasta area popolare opera il maggior numero di mercanti di droga. Sono radicati prevalentemente nella zona di San Michele, nelle strade attorno a via Seruci e nelle case popolari di via Castelli. Dalle informative della sezione narcotici della Mobile emerge un quadro complesso. Lo stupefacente, soprattutto hascisc e cocaina, arriva dal centro e nord Europa e dalla penisola iberica. I boss gestiscono gli ordini e si servono di proprie organizzazioni per la vendita al minuto, che a loro volta riforniscono sodalizi autonomi più piccoli. Dando vita a una galassia «di piccoli spacciatori disseminati nel rione che affiancano le reti di vendita delle organizzazioni più articolate». I gruppi minori, spesso a conduzione familiare, operano principalmente in via Seruci, via Bosco Cappuccio, via La Somme, via Ardenne e via Podgora. Lo spaccio avviene quasi sempre negli appartamenti, attorno a cui è predisposto un servizio di sorveglianza esterno affidato a vedette e a incaricati al “filtraggio” dei tossicodipendenti e degli acquirenti. Sempre più spesso ci si serve di sistemi di videosorveglianza con telecamere wi-fi collegate a impianti televisivi a circuito chiuso.
SANT'ELIA Dalle informazioni in possesso della Questura a Sant'Elia operano cinque gruppi, autonomi l'uno dall'altro, che si spartiscono le piazze del vecchio Borgo Sant'Elia e quelle attorno a via Schiavazzi e tra i palazzi Gariazzo e Bodano. Anche qui l'attività di spaccio è organizzata secondo un complesso sistema di vedette, spesso ragazzini minorenni, in grado di avvisare gli spacciatori dell'arrivo delle forze dell'ordine. La particolarità è data dall'esistenza di vere e proprie zone franche realizzate negli anni tirando su muri e filo spinato nelle aree condominiali tra i palazzoni popolari. Bunker che in gran parte sono stati smantellati da un recente blitz coordinato dalla Procura della Repubblica e da quella dei minori.
GUADAGNI MILIONARI Tutto per i soldi. Tanti soldi. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata lo scorso anno dal Gip Castello a carico del presunto trafficante di Is Mirrionis Fabio Podda e dei suoi complici si legge: «Tra aprile 2010 e settembre 2011 i consociati hanno gestito 1600 kg di hascisc per un valore approssimativo di 2,80 euro al grammo, pari a 4 milioni e 480.000 euro».
Massimo Ledda