BONARIA Il monumento funebre dove riposa il grande tenore cagliaritano è tra quelli che il Comune sta cedendo. Già raccolte mille firme. Porcelli: «L’amministrazione la deve valorizzare»
Dal 1883 è sepolto nel cimitero monumentale di Bonaria, in una cappella che sicuramente ha visto tempi migliori. Mario De Candia (ma il nome vero era Giovanni Matteo) nasce in città nel 1810, figlio di aristocratici dell’allora regno di Sardegna. Cavaliere e nobile, diventa un cantante professionista apprezzato in tutto il mondo, dopo aver lasciato la divisa di luogotenente e essere fuggito in Francia. Applauditissimo, porta il nome di Cagliari alla ribalta dei maggiori palcoscenici internazionali. Da centotrenta anni riposa in una tomba dentro una cappella nel cimitero di Bonaria. Che cade a pezzi, è mezzo sepolta dalle erbacce e non rende onore all’illustre cittadino. Cinque anni fa viene messa in vendita dal Comune, che ieri ha confermato la volontà di fare cassa con la cappella funeraria. Bocciando l’ordine del giorno presentato da Maurizio Porcelli (Pdl), che chiedeva di tutelare e valorizzare l’antica costruzione. «Ho mille firme di cittadini che chiedono che l’amministrazione acquisisca e tuteli la cappella di De Candia, non va messa all’asta, fa parte di memoria storica dei cagliaritani, soprattutto i tanti amanti delle lirica e della cultura», spiega Porcelli, «si tratta di un tenore che ha fatto conoscere la nostra città nel mondo. Non è vendendola che si risolvono i problemi delle casse comunali, oltre al fatto che il cimitero di Bonaria è allo sfascio». La proposta viene anche firmata e votata a favore dal Pd Piergiorgio Meloni: «Entriamone in possesso, e una volta restaurata portiamo lì dentro anche i resti di Giusy Devinu e Piero Schiavazzi, altre figure amate dai cagliaritani e anche da me». Ma il vicesindaco Paola Piras non è d’accordo: «La cappella resta in vendita, ma chiunque la comprerà dovrà lasciare alla struttura il nome di De Candia». Si va alla votazione, la minoranza e Meloni votano a favore, il resto della maggioranza preme il pulsante rosso del no. E Meloni, consigliere di maggioranza, nel vedere il risultato della votazione si dice «molto perplesso e deluso. Sono affezionato alle figure di Devinu e Schiavazzi, questo ordine del giorno è stato bocciato solo perché è stato proposto dal centrodestra», afferma piccato, «non mi piacciono per nulla queste battaglie preconcette». Parla anche Filippo Petrucci, presidente della commissione Affari generali, che ricorda che «è il centrodestra che ha messo in vendita la cappella nel 2008, è comunque tutelata dalla soprintendenza, è un bene artistico», osserva il consigliere di Megliodiprimanoncibasta, «non vedo il motivo di acquisirla». P. R.