Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il volto triste della città

Fonte: L'Unione Sarda
5 giugno 2013


Scaricabarile tra Comune e Ferrovie: la statua di Verdi dimenticata
 

In piazza Matteotti, soltanto incuria e degrado
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Sguardo fiero, baffetti e cappello a falde larghe. Giuseppe Verdi guarda dritto verso il porto, ma il mezzo busto di bronzo è quasi nascosto nella piazza ormai informe tra radici straripanti e panchine mangiate dalla ruggine. Ciò che resta di un vecchio quadro elettrico fa bella mostra davanti alla facciata liberty del Comune, i teloni disordinati dei venditori ambulanti sono ormai parte integrante dello scenario desolante. Tra le palme ancora giovani e i ficus ultracentenari di piazza Matteotti c'è pure l'ufficio informazioni turistiche. Provincia di Cagliari, assessorato per il Turismo , si legge nell'insegna affissa alla struttura in muratura. Ma dentro non c'è nessuno. Tutto chiuso, tutto in malora, a parte l'impianto di climatizzazione nuovo di zecca. I vetri sono impolverati, i muri pasticciati.
UNA STORIA SBIADITA Gli zampilli ininterrotti sparati dai sei bocchettoni immersi nel laghetto davanti alla stazione sono ormai l'unica nota lieta nel mezzo ettaro nato per impreziosire la parte nuova della città di fine Ottocento. Un tempo giardino pubblico delle Ferrovie Reali, da troppi anni piazza Matteotti è un pessimo biglietto da visita del capoluogo. Una boscaglia senza senso per i turisti, un pugno nello stomaco per i cagliaritani, spettatori impotenti del rimpallo di competenze tra l'amministrazione e le ferrovie che ha finito per rafforzare la linea di decadenza.
COMPETENZE POCO CHIARE «La piazza è in comodato d'uso gratuito concesso al Comune nel 1898», fa sapere Giuseppe Angelini, portavoce delle Ferrovie dello Stato. «La manutenzione ordinaria, quella straordinaria e gli interventi di pulizia spettano al'amministrazione». Da Palazzo Bacaredda arrivano le precisazioni: «Curiamo il verde e le pulizie. Per interventi più profondi, come un cantiere, serve l'autorizzazione delle Ferrovie». Poi l'annuncio: «Abbiamo avviato un dialogo perché la competenza passi a noi. Solo allora potremo intervenire».
L'INTERROGAZIONE Qualche giorno fa il caso è arrivato tra i banchi di via Roma. Il consigliere Paolo Casu ha presentato un'interrogazione: «Il sindaco Zedda deve chiedere subito un incontro con le Ferrovie, avanzando ufficialmente la proposta che piazza Matteotti venga restituita alla città».
LA STATUA DI VERDI In attesa che il dialogo possa ridare il lustro di un tempo alla piazza, il mezzobusto di Verdi assiste all'incessante declino. Una lira, rami d'alloro e di quercia sul dado. E il piedistallo in pietra di Serrenti. L'idea di dedicare la statua al compositore emiliano nacque nella redazione dell'Unione Sarda, il giorno stesso in cui arrivò la notizia della sua morte. Fu l'allora direttore Marcello Vinelli a mettere in moto la macchina organizzativa.
LA PIAZZA E LA STORIA È il primo dicembre del 1901, il municipio è ancora un cantiere, il sindaco è Giuseppe Picinilli. Alla cerimonia d'inaugurazione c'è la Cagliari che conta. I novanta concertisti ripropongono le note del Nabucco, dell'Aida e dell'Otello. Uno squillo di fanfara, il telo cade, le bande intonano la marcia dell'Ernani. Da allora la statua di Verdi non si è più mossa da piazza Matteotti, con l'unica eccezione degli anni della guerra. La furia aerea degli americani fece cadere il busto dal piedistallo e quando gli operai lo rimisero al suo posto, crearono un falso storico: scrissero 1911, anziché 1901. Sono passati settant'anni. Ma nessuno ha ancora provveduto a rimediare all'errore.
Sara Marci