Rassegna Stampa

La Stampa

SARDEGNA NEL CAOS IL PD SI SPACCA E SORU SI DIMETTE

Fonte: La Stampa
26 novembre 2008


 di mercoledì 26 novembre 2008

GLI ANTIVELTRONIANI DI CABRAS VOTANO COL PDL Sardegna nel caos Il Pd si spacca e Soru si dimette Boato del centrodestra, ma il governatore rilancia: "Aspettate a gioire, non muoio qui" JACOPO IACOBONI Quando i consiglieri di destra si son messi a gridare, vedendola giunta di Renato Soru andare sotto in Consiglio coi voti di una parte del centrosinistra, il fondatore di Tiscali li ha zittiti senza perdere l`aplomb di chi sa «di essere un presidente eletto direttamente dai sardi, perciò non posso governare senza una forte maggioranza in Consiglio».

«Attenti - ha spiegato Soru -, le mie dimissioni non sono certo l`ultimo atto della mia vita politica.

Ci sarà un altro momento per festeggiare o deprimervi».

«Come politico non muoio certo oggi», ha aggiunto subito dopo a chi lo conosce.

Si è dimesso così, ieri sera, Renato Soni, dalla carica di pre- sidente della Regione Sardegna.

Lo ha fatto quando ha capito che l`entropia dentro il Pd è irrefrenabile, e la costola sarda del partito ne è solo una delle tante, plastiche rappresentazioni che vanno offrendo le cronache di questi giorni, da Firenze e Bologna fino alla stanze romane dello stucchevole duello veltronismo-dalemismo.

Si stava votando la legge urbanistica, uno dei tasselli della politica-Soru, che ha avuto nelle scorse quattro estati il suo punto cardine nel provvedimento di tutela delle coste - e nell`idea, collegata, di tassare il lusso che tanto fece arrabbiare la Sardegna briatorizzata e lelemorica. Stavolta toccava attuare la parte B del piano, che ha un passaggio qualificante:

la tutela dell`agro, il cui scempio viene denunciato da uomini come Salvatore Niffoi, ma è vissuto come ostacolo insopportabile dalla parte costasmeraldata dell`isola. Vedendosi bocciare una norma così, Soru non ha aspettato ma rilanciato.

«Non è un dissenso solo sul merito della legge, ma ancora più una mancanza di fiducia fra il presidente e la sua maggioranza», ha detto. Solo che le dimissioni non possono fare granché contenti né i nemici di centrodestra, né gli avversari interni che ieri hanno votato assieme al Pdl, cioè Antonello Cabras, ex segretario regionale dei Ds, e Giacomo Spissu, segretario del Consiglio regionale. Cabras, oggi senatore, è il capo di un`area che ha sempre criticato sull`isola la politica veltroniana di sostegno a Soru. Uomini che gli sono vicini hanno anche cercato un collegamento con l`eterno dioscuro di Walter; collegamento che pe- rò Massimo D`Alema non ha mai espressamente offerto.

E così il governatore-editore dell`Unità ha giocato d`anticipo:

vado via prima di finire bollito.

La stessa destra così ha una bella grana, perché dimettendosi, Soru anticipa il voto regionale previsto a giugno. Se, come pare probabile, confermerà l`addio (nonostante il portavoce del Pd Orlando abbia annunciato che si lavorerà «per non far finire la legislatura»), i sardi andranno alle urne tra 90 giorni. E il Pdl non ha un nome pronto. Non ha più Beppe Pisanu, l`unico che nei sondaggi impensieriva davvero il governatore (l`ex ministro nel frattempo è approdato all`Antimafia); così deve scegliere tra Mauro Pili, Emilio Floris (il sindaco di Cagliari che proprio ieri, singolare, minacciava anche lui dimissioni) e indovinate chi? Giuseppe Cossiga, si, il figlio di un altro, celebre sardo.