Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Michele Schirru sogni e morte di un anarchico

Fonte: Sardegna Quotidiano
29 maggio 2013

TEATRO

 

DAL TESTO AL PALCO Gianluca Medas dà voce al protagonista del libro di Giuseppe Fiori, condannato dal Duce alla fucilazione nel 1931. Le sonorità sono affidate alla band dei Kenze Neke Michele Schirru era nato a Padria e cresciuto a Pozzomaggiore. Giovanissimo, emigrò negli Usa: diventò un italiano naturalizzato statunitense. Aderì all’anarchismo, in prima fila nelle lotte a sostegno di Sacco e Vanzetti. Il suo ritorno in Europa passa per Parigi, rifugio di molti esuli antifascisti. Entra in contatto anche con Emilio Lussu, Schirru, che coltivava una convinzione: uccidere Mussolini per abbattere il fascismo. Gennaio 1931, parte per Roma, ad accompagnarlo al treno, alla Gare de Lyon, lo stesso Lussu. Ma il suo piano non va in porto. Viene comunque arrestato e processato dal Tribunale Speciale Fascista, davanti al quale dichiarò il suo odio sia per il fascismo che per il comunismo. Non aveva ucciso nessuno l’anarchico sardo, aveva solo pensato di attentare alla vita del Duce, ma fu condannato alla fucilazione, eseguita il 29 maggio del ‘31 da un plotone formato da militi suoi conterranei, che si offrirono volontariamente. Morì all’urlo di “Viva l’Anar - chia!”. Alla vicenda di Michele Schirru è dedicata la chiusura della sesta edizione di “Significante ”, rassegna organizzata dai Figli d’Arte Medas, che ha avuto come tema la “Giustitzia”. “L’anarchico Schirru”, spettacolo tratto dal libro di Giuseppe Fiori “Vita e morte di Michele Schirru (l’anarchico che pensò di uccidere Mussolini)”: venerdì al teatro Massimo alle 21. In scena Gianluca Medas (voce narrante), Andrea Congia (chitarra classica), con la partecipazione dei “Kenze Neke”, band di culto del rock sardo, scioltisi nel 2007 e riunitisi per l’occasione. Perché il nome del gruppo di Siniscola nasce, nel 1989, proprio in memoria di Schirru: Kenze Neke, “senza colpa”, appunto. Nella narrazione Medas fonderà microstoria e macrostoria. Attraverso il libro di Fiori, del 1983, viene ricostruito un affresco del secolo scorso. Lo spettacolo diventa una riflessione sulla libertà, contro i totalitarismi, dove memoria e cronaca, contrappuntate dalla chitarra di Congia e le sonorità etno-rock dei Kenze Neke, si fanno ritmo serrato, graffiante. Medas prosegue così il suo percorso artistico, fra parola e musica. E lo fa ricordando la figura di Schirru e la penna, colta e profonda, di Fiori, che seppe affrescare le biografie di tanti sardi illustri come Gramsci, Lussu, Berlinguer. Massimiliano Messina