Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Jenis e la Stanisci, coppia sanguinaria Pietà, rispetto, amore? «No, il potere»

Fonte: Sardegna Quotidiano
29 maggio 2013

SULLA SCENA DEL MACBETH

  Visto da vicino, un po’ di paura in effetti la incute. Alto e massiccio, con una folta chioma corvina a incorniciare il volto severo. Un Macbeth perfetto. «È la prima volta che interpreto questo ruolo. Ci sono arrivato all’età giusta, occorre avere alle spalle una certa maturità e parecchi anni di studio». Il baritono slovacco Dalibor Jenis interpreterà la parte del sanguinario protagonista del melodramma verdiano, in scena da venerdì al Lirico per la stagione operistica. Al suo fianco sul palco, il soprano Rachele Stanisci, anche lei al debutto nei panni della crudele Lady, moglie del guerriero scozzese: «La grande forza del dramma shakesperiano messo in musica da Giuseppe Verdi sta nella sua attualità. Quante donne, ancora oggi, spingono il proprio uomo a comportamenti “estre - mi” pur di ricavarne un proprio tornaconto personale? E quanti azioni orribili si compiono per sete di potere?». DUE RUOLI COMPLESSI «Ma sarai tu malvagio? / Pien di misfatti è il calle / della potenza, e mal per lui che il piede / dubitoso vi pone, e retrocede! / Vieni t’affretta! Accendere / Ti vo’ quel freddo core! / L’audace impresa a compiere / io ti darò valore. / Di Scozia a te promettono / le profetesse il trono». «È la Lady la vera mente criminale della coppia» spiega Dalibor Jenis. «Prima dell’incontro con le streghe, Macbeth è un prode guerriero fedele al re di Scozia e amato dai compagni d’arme. È la moglie a impossessarsi della sua mente, a trasformarlo in una macchina di morte che non risparmia nemmeno gli amici o i bambini. E ogni volta che Macbeth tentenna, c’è lei a guidare le sue azioni scellerate». Non un ruolo semplice da interpretare: «Non c’è spazio per le arie da belcantista» ammette Jenis. «Occorre lavorare molto sull’aspetto psicologico del personaggio, e la vocalità è improntata a un registro cupo e virile». Nella sua folle ascesa al potere, Macbeth si macchia di efferati delitti. Fa uccudere l’amico Banco (cui le streghe hanno predetto che sarebbe diventato padre di re); stermina tutta la famiglia del nobile Macduff («Da Macduff ti guarda prudente » gli sussurrano le apparizioni) ma, alla fine, soccombe lui stesso. «È la speranza a illuminare il buio di tanta malvagità» spiega Rachele Stanisci. « Nell ’opera il male ha due incarnazioni, le streghe e Lady Macbeth, quasi si trattasse delle facce di una stessa medaglia: quella umana, carnale, e quella sovrannaturale». Un ruolo, quello della moglie di Macbeth, non privo di insidie: «Verdi l’ha scritto per un soprano drammatico d’agilità. Occorre saper saltare con naturalezza dagli accenti gravi alle note spinte, passare dall’esaltazione del brindisi ai passaggi serrati, rabbiosi, dalla tessitura quasi da mezzosoprano ». Entrambi i cantanti sono contenti di lavorare col maestro Palumbo. «Un numero uno nel repertorio verdiano», dice il soprano. «Quando ho saputo che avrebbe diretto lui, ho subito accettato la parte. Non gli sfugge nulla, e il rispetto dello spartito è assoluto. Con Palumbo si fanno le cose esattamente con Verdi avrebbe voluto» conferma il baritono, che strizza l’occhio: «A volte, con quel suo modo di fare così imperioso, Palumbo incute quasi timore». E per far paura a uno come Macbeth, ce ne vuole... Fabio Marcello

DIETRO LE QUINTE La biglietteria punto di contatto con il pubblico

Gli abbonati del Lirico? «Competenti, e un po’ “viziati ”. Diciamo pure che considerano il loro posto una sorta di proprietà privata». Sorride Roberta, figura storica della biglietteria del teatro, che assieme agli altri cinque colleghi spiega l’importanza del suo ruolo nell’ambito del funzionamento complessivo dell’Ente. «Per tanto tempo, pur con alcune interruzioni dovute a vicende che ci auguriamo definitivamente superate, ci siamo occupati non solo della vendita dei ticket, ma anche dell’amministrazione, dei rapporti coi tour operator e, soprattutto, della fidelizzazione degli utenti del Lirico». Le fa eco Simona: «L’abbonato gradisce essere chiamato personalmente, avere tutte le anteprime ed essere avvisato per tempo degli eventuali cambiamenti ». Carlo, Emi, Leila e Giacomo completano la “squadra”: «In tanti anni si è instaurato con la clientela un rapporto di fiducia tale per cui possiamo permetterci di dare suggerimenti, di provvedere alle esigenze di tutti facendoci guidare anche dall’esperien - za e dal buonsenso». Ad esempio? «Invitare a spegnere la televisione e venire a sentire un bel concerto di musica classica, ad esempio. I prezzi sono spesso abbordabili, vale sempre la pena». L’imprevisto? «La signora che va all’opera fresca di permanente. Può causare problemi di visibilità a quello della fila dietro... ».