I legali della Sa&Go minacciano la richiesta di risarcimento danni per «inerzia e negligenza» della Regione
La società vincitrice si ritira, sotto accusa il bando
I legali: «L'aggiudicatario provvisorio non può, per legge, rimanere uniteralmente vincolato a tempo indeterminato».
La raccomandata - firmata dagli avvocati Gianni Contu e Matilde Mura - arriverà negli uffici della Regione solo oggi. Una lettera di cinque pagine per dire che l'associazione temporanea di imprese (composta da Sa&Go, San Maurizio, Policlinico città di Quartu) che il 30 maggio 2007 si era aggiudicata in via provvisoria la gara per la «valorizzazione» del Marino, lascia. Abbandona il tavolo dopo un anno e mezzo di trattative con la Sovrintendenza ai beni architettonici, legate all'istituzione del vincolo monumentale sull'ex struttura ospedaliera.
LE ACCUSE Impossibile, o quasi, modificare la vecchia Colonia Dux e trasformarla in un centro benessere con thalasso-terapia, per i problemi causati da «comportamenti riferibili esclusivamente all'amministrazione regionale», come si legge nella diffida. «L'aggiudicatario provvisorio non può per legge, rimanere unilateralmente vincolato a tempo indeterminato». Tradotto: non può rimanere in attesa in eterno. Ecco perché, oltre a «revocare l'offerta», si riserva di chiedere il risarcimento di «ingenti danni, anche d'immagine, subiti in conseguenza dell'inerte e comunque negligente comportamento dell'amministrazione committente». Danni che verranno quantificati in futuro ma che di sicuro saranno accompagnati da molti zeri: il progetto della Ati ha un costo complessivo di venti milioni e la società ha presentato una fideiussione per partecipare alla gara. Uno strappo che ha preso corpo durante l'ultima conferenza dei servizi (datata 9 ottobre 2008: la Sa&Go non ha partecipato), nella quale l'architetto Stefano Montinari ha riferito le condizioni della Sovrintendenza: sì all'abbattimento di alcuni pilastri (solo quelli necessari alla realizzazione della hall), no alla costruzione di vasche o fontane esterne, ok alla soprelevazione dei solai del piano terra (attualmente a 2 metri e 40 centimetri) ma solo fino a quota 2,70. Ovvero un'apertura rispetto al vincolo iniziale, ma non abbastanza per «realizzare il progetto con il quale abbiamo vinto la gara», chiarisce Angelo Cerina, uno degli amministratori della Sa&Go. Condizioni che la direzione generale per i beni culturali ha imposto dopo l'aggiudicazione del bando per la ristrutturazione dell'ospedale. La domanda a questo punto è più che lecita: non ci si poteva accorgere prima dell'interesse storico culturale di un edificio costruito nel 1937 e abbandonato da quasi 25 anni?
LE RESPONSABILITÀ La risposta si può leggere tra le righe di un verbale del 2 ottobre, nell'intervento del Sovrintendente (all'epoca era Paolo Scarpellini), durante una delle tante conferenze dei servizi: « Sarebbe stato auspicabile, prima dell'emanazione del bando, procedere ad attuare una verifica preventiva del bene in ordine all'interesse culturale e concordare preventivamente con la direzione regionale per i beni architettonici i contenuti del bando stesso ». Insomma, sarebbe bastato invitare l'organo ministeriale durante la preparazione del testo di gara, per accorgersi del possibile vincolo ed evitare diciotto mesi di tira e molla tra la società vincitrice e le istituzioni. Anche perché l'interesse “storico culturale”, trattandosi di un edificio di proprietà pubblica con più di 50 anni di vita, era scontato. Ma nessuno lo ha preso in considerazione. E l'associazione temporanea di imprese, anche volendo rivedere il progetto, non avrebbe potuto stravolgerlo: «Si presterebbe il fianco ai ricorsi delle altre imprese che hanno partecipato alla gara», spiega Matilde Mura, uno dei legali della Ati.
I DANNI Il prossimo capitolo potrebbe essere quello dei danni: «Le imprese sono rimaste paralizzate nella prospettiva di intraprendere i lavori, sopportando l'onere delle garanzie prestate e rinunciando ad altre iniziative imprenditoriali». Preludio ad una battaglia legale che verrà combattuta «nelle competenti sedi», probabilmente per anni. Nel frattempo, l'ex ospedale Marino continuerà a sgretolarsi.
MICHELE RUFFI
25/11/2008