Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Per Dore dell’Idv «questione molto delicata»

Fonte: Sardegna Quotidiano
21 maggio 2013

I NODI

 

«La questione è delicata ed i problemi, a mio avviso, sono di due tipi» aveva detto Giovanni Dore che aveva ritirato la firma della proposta di cittadinanza. «Il primo attiene a quali siano le “relazioni ” tra la città di Cagliari e Grossman che giustificano la concessione di una tale onorificenza. Direi “pochini” e poi mi chiedo se la figura di Grossman sia inquadrabile, a tutti gli effetti, come “pacificatri - ce ” alla luce del drammatico conflitto arabo israeliano nel quale la sua figura di scrittore va inevitabilmente ad inserirsi». E qui tutto si complica. Sulaiman Hijazi, rappresentante dei musulmani e dei palestinesi che settimane fa si era esposto contro la cittadinanza onoraria a Grossman, ieri ha voluto sottolineare: «Non odio gli israeliani in quanto tali e non odio nemmeno gli ebrei, però ci sono delle cose da chiarire prima di parlare di pace e dialogo». E racconta la sua visione dei fatti, o meglio, della storia: «Gli ebrei sono stati sempre ospiti da noi e non li abbiamo mai trattati male, erano dei vicini graditi, però mettetevi nei panni dei palestinesi: abbiamo un muro che divide tutta la Palestina e che addirittura passa in mezzo alle case (salotto da una parte e camera da letto dall’altra) e ai terreni... Il Palestinese non può andare oltre la sua città senza un permesso, difficilissimo da avere. Io sono di Hebron e se mia mamma,che ha 63 anni, volesse andare a Gerusalemme per pregare non potrebbe senza “permesso“». Eppure, Grossman, ieri chiedeva perché individuassero lui tra i responsabili delle decisioni del governo israeliano, sottolineando invece la sua figura di intellettuale e pacifista. La pace per ora sembra lontana, troppi i punti da chiarire. «Gaza è la più grande prigione a cielo aperto e comprende quasi 2 milioni di persone, quando qualcuno si ammala non ha tante medicine a disposizione e non può andare a curarsi da nessuna parte», racconta ancora Hijazi che chiude: «Prima di parlare di dialogo e pace da entrambe le parti si devono avere gli stessi diritti».