Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Comuni sardi senza fondi

Fonte: L'Unione Sarda
21 maggio 2013


Allarme dell'Anci sui bilanci degli enti. Entrate in calo con l'Imu sospesa

In cassa buco da 311 milioni. Erriu: meno servizi
Di formule se ne possono trovare a bizzeffe: «Dal conto mancano 311 milioni», oppure «i sardi parteciperanno alla stabilità del Paese con 311 milioni» o, ancora, «oltre 300 milioni in meno da spendere per garantire servizi ai Comuni». Comunque la si giri, la sostanza è una. Nel 2013 i Comuni della Sardegna sono chiamati a contribuire al risanamento della finanza pubblica (tradotto: messa in sicurezza dei conti pubblici dello Stato) per 311 milioni.
CONTRIBUTO FINANZIARIO È la somma di 133 milioni, derivanti dal Patto di Stabilità, e 178 milioni come conseguenza del taglio di risorse per un sacrificio pari al 17,2% della spesa corrente 2010. Una cifra enorme, a cui il Centro studi che fa capo ai Comuni, l'Ifel, è arrivato calcolando gli effetti del combinato disposto di tre provvedimenti che dal punto di vista dei Comuni sono stati una bomba. Ultimo decreto Tremonti (Dl 78/2010), decreto “montiano” salva Italia (Dl 201/2011) e Spending review 2013. Il dossier è stato presentato a circa 200 amministratori locali, ieri, a Cagliari.
SCENARIO È un'estate calda, quella dei Comuni. Resa rovente dai limiti del Patto di stabilità (che da quest'anno si applicano anche ai comuni al di sopra dei mille abitanti), dalla miccia della Tares, dal rinvio dell'Imu e, dulcis in fundo, dalla necessità di riorganizzarsi alla luce dei nuovi provvedimenti legislativi. In primis quello che toglie di mezzo Equitalia affidando ai Comuni l'attività di riscossione. Sugli Enti locali sardi c'è una grave situazione di mancanza di liquidità e quei 311 milioni rappresentano i soldi in meno a disposizione quest'anno. L'Anci chiede attenzione e lancia un allarme che era nell'aria ma che, messo nero su bianco in oltre 40 slide fa un certo effetto: la stragrande maggioranza dei 377 Comuni sardi avrà grosse difficoltà a chiudere i bilanci, è la conclusione a cui arriva l'Anci Sardegna.
L'ANALISI Il presidente, Cristiano Erriu, non fa fatica a inquadrare la situazione. «Ciò accade perché i limiti del Patto di stabilità e la contrazione dei trasferimenti hanno divorato i soldi a disposizione dei Comuni, che secondo quanto sancito dalle regole del federalismo municipale avrebbero dovuto compensare questa mancanza attraverso le entrate dell'Imu e della Tares». Invece, continua Erriu, «lo Stato ha trasformato la loro natura di imposte municipali trattenendo una parte del gettito». Succede così che con la sospensione dell'Imu sulla prima casa «i Comuni non hanno entrate certe e quindi non sono in grado di chiudere i bilanci». Tre gli scenari evocati dall'Anci: «Difficoltà a garantire i servizi essenziali, nuove imposizioni ai contribuenti, o restituzione delle chiavi con le dimissioni in massa».
Emanuela Zoncu