Rifiuti
I presunti illeciti sulla raccolta dei rifiuti compiuti dalla De Vizia sull’isola di Ponza, che hanno portato agli arresti domiciliari di Vincenzo e Nicola De Vizia da parte della Guardia di Finanza di Formia, non levano il sonno a chi governa Cagliari. Da oltre dieci anni la De Vizia Transfer spa smaltisce i rifiuti in città -tra proroghe continue, mini appalti aggiudicati e maxi gare che sono saltate – in Ati con San Germano srl e Consorzio Nazionale servizi. Dal ritiro della spazzatura dai cassonetti da parte dei camion fino all’inceneritore del Tecnocasic, compresa la raccolta differenziata: tutto, dicono dagli uffici del Comuine, è in regola: qui in città i m ezzi della De Vizia sono monitorati da responsabili del settore del Comune, dallo svuotamento dei cassonetti fino al conferimento in discarica. In attesa della nuova gara per l’appalto dei rifiuti, che dovrebbe essere pronta entro ottobre.
Ma i risvolti giudiziari che hanno interessato i vertci della società con cuore ad Avellino e sede a Torino che ha nutriti appalti dei rifiuti in mezza Italia – in Sardegna opera anche a Quartu – arrivano tra i banchi di palazzo Bacaredda. Il sardista Paolo Casu, oggi, protocolla un’interrogazio - ne urgente: «Voglio avere dall’asses - sore Pierluigi Leo tutte le delucidazioni del caso sullo stato dell’arte dell’appalto dei rifiuti, così come nell’era Floris anche il governo Zedda sta vivendo di rinvii. Nutro seri dubbi sulla società che oggi raccoglie la spazzatura», dice Casu, «spero che l’assessore possa chiarirmi le idee anche sulle cifre della raccolta differenziata, e sul tanto sbandierato porta a porta che starebbe per partire. Questi arresti sono avvenuti in un’altra città, non voglio lanciare allarmi prematuri, ma serve capire l’attività gestionale della De Vizia qui a Cagliari, ricordo che continuiamo a pagare, e sono soldi di tutti, multe salate alla Regione per le basse cifre di raccolta differenziata». Gli arresti dei De Vizia non turbano Pierluigi Leo, assessore comunale ai Servizi tecnologici, che ha già rinviato cinque volte in due anni scarsi il via alla nuova gara per la gestione dell’immondezza. «È successo in un’altra città, non dovrebbe avere riflessi sull’attività che la De Vizia svolge per nostro conto. Gli arresti mi hanno stupito, riguardano una società grossa», afferma Leo, «penso che in simili casi basta che il privato cambi o modifichi i cosiddetti organi gestionali. Non mi risultano segnalazioni di attività anomale in città, e poi nel nostro caso è difficile nascondere novantamila tonnellate di rifiuti, abbiamo anche l’inceneritore a pochi chilometri di distanza», osserva l’assessore della giunta Zedda, «i nostri uffici controllano tutto bene, i dati sono in regola.
È giusto lasciare il beneficio del dubbio per chi, peraltro, si trova sotto indagine e non è stato certo ancora condannato » . Paolo Rapeanu L’INCHIESTA Patto perverso con la politica nell’isola laziale nVincenzo (padre) e Nicola (figlio) De Vizia, titolari della società che gestisce la raccolta di rifiuti in mezza Italia, avrebbero avuto un ruolo chiave nella truffa dell’isola di Ponza. Questo emerge dalle carte dell’in - chiesta che ha portato all’arresto loro, di due responsabili locali della de Vizia e all’iscrizione di undici indagati nel registro del pm. Un appalto viziato fin dall’aggiudicazione, scrive il gip, che sarebbe costato al Comune oltre 3,5 milioni di euro in cambio di un servizio quasi inesistente. Necessaria, sono convinti i giudici, la connivenza dei tecnici e dei politici del comune di Ponza: solo così la De Vizia ha potuto evitare di fare la raccolta differenziata nascondendo l’immondizia tutta insieme, evitando i trattamenti specifici per molti materiali, sotterrando gli scarti in alcune aree dell’isolotto lazionae e vedersi pagare regoralmente le fatture nonostante fosse sotto gli occhi di tutti che più di qualcosa non andasse.
La commissione che aggiudicò l’appalto il 29 gennaio 2009, scrive il gip, «escludevano illegittimamente le altre due concorrenti (...) nella medesima seduta i commissari assegnavano punteggi non motivati sulle offerte tecniche delle partecipanti, non rilevano parimenti in relazione all’offerat tecnica prodotta dalla De Vizia Transfer Spa il macroscopico errore di dimensionamento della raccolta differenziata». Che stando agli annunci della società e del Comune si attestava al 20 per cento della raccolta totale ma, il dato sarebbe emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Formia, non arrivava nemmeno al 5. Nel faldone dell’inchiesta sono finite anche numerose intercettazioni di telefonate tra gli indagati, uno dei responsabili locali della De Vizia, Antonio Avellino risponde a un cittadino che segnala un problema: l’immondizia differenziata è finita tutta sullo stesso camion. La risposta: «Non rompete i coglioni». Il gip parla di una sorta di accordo tra politica e privato per la violazione del capitolato d’appalto. Un patto necessario che, stando alle cronache locali, potrebbe non interessare solo l’isola di Ponza. A Cagliari e Quartu comunque la De Vizia continua a garantire la raccolta e non sono stati segnalati problemi. E. F.