CAGLIARI
ASSEMINI Nonostante la sentenza a favore, fino a ieri sera il patron rossoblù era ancora ad Asseminello. Comune e società bocciano la prima proposta per lo stadio e studiano alternative
Massimo Cellino fino a ieri notte era ancora ad Asseminello. Non sono bastate le buone notizie arrivate da Roma col ricorso accolto dalla Cassazione. Il presidente del Cagliari, quando martedì gli sono stati revocati i domiciliari, ha fatto sapere di voler restare al centro Ercole Cellino fino alla decisione della Suprema Corte. Ma ieri non stava molto bene e non tornato a casa sua né ha voluto incontrare i cronisti. Dal 9 marzo è chiuso nella club house del suo centro sportivo ed è possibile che abbia scelto di lasciarla con discrezione, lontano da fotografi e operatori che lo attendevano di fronte al cancello. Ora Cellino potrà riprendere le redini della società, che nel frattempo ha riallacciato i rapporti col Comune di Cagliari.
IL CAGLIARI TORNERÀ A CASA Cagliari calcio e amministrazione comunale hanno ribadito ieri, al termine del secondo vertice dopo il disgelo, che le intenzioni condivise restano quelle di riportare la squadra a giocare in città. Ma la strada non è semplice. Sul tavolo ieri c’era una soluzione che prevedeva di sfruttare la tribuna centrale e sistemare le tribune amovibili negli altri tre settori dello stadio, praticamente la soluzione adottata nel 2003. Ma i tempi sono stretti e, soprattutto, l’ipotesi è stata considerata troppo costosa in considerazione anche del fatto che dovrebbe essere transitoria. Perché la strada imboccata è comunque quella di riportare definitivamente il Cagliari al Sant’Elia con relativa ristrutturazione o demolizione-ricostruzione dell’impianto. A rafforzare la condivisione d’intenti che, dopo vari scossoni, è stata ritrovata Comune e Cagliari hanno scritto un comunicato a quattro mani. «I tecnici del Comune di Cagliari e della società Cagliari Calcio hanno convenuto sul fatto che la soluzione temporanea proposta dal Comune che avrebbe riportato la squadra a giocare allo stadio Sant’Elia già a partire dalla prossima stagione non sia allo stato percorribile nei termini ipotizzati anche per i costi necessari», precisa la nota.
IL DIFFICILE CASO IS ARENAS Mancano 45 giorni alla scadenza dell’iscrizione al campionato e viale La Playa dovrà indicare una sede per le gare casalinghe. I tempi sono così ristretti che a Palermo cercano di consolarsi dopo la retrocessione sognando la possibilità di un ripescaggio ai danni dei rossoblù. Col fiato sul collo la società deve quindi trovare una soluzione immediata e la prima alternativa resta Is Arenas. «La Cagliari Calcio continuerà quindi a perseguire la soluzione alternativa in corso, confidando in un esito positivo entro la fine del mese», spiega la nota. Ma la situazione è tutt ’altro che semplice. Il Tar ha ribadito che in Prefettura dovranno essere consegnati solo i documenti ancora mancanti, ma non sono questioni di poco conto. L’intoppo peggiore è sempre stato quello della zona di prefiltraggio per i tifosi ospiti in via Olimpia, dietro la curva Sud. Ma nelle settimane scorse il Comune di Quartu, cercando di trattenere il Cagliari sulle sponde di Molentargius, aveva assicurato di aver trovato una soluzione per concedere al Cagliari la zona di via Olimpia in occasione delle partite in casa. C’è anche una lunga lista di piccoli interventi da fare, ma il tempo potrebbe non bastare. La Commissione provinciale di vigilanza ha più volte ribadito che quando tutte le carte saranno state consegnate e approvate, dovranno essere eseguiti i lavori con i relativi collaudi, e solo alla conclusione di tutto l’iter potrebbe arrivare la tanto attesa agibilità di Is Arenas. Che toglierebbe le castagne dal fuoco, lasciando libero il Sant’Elia in modo che i lavori futuri possano partire in totale libertà, senza avere intralci. Ma su Is Arenas c’è sempre l’inchiesta in corso che si avvia, tra un colpo di scena e l’altro, verso la conclusione.
LA SOLUZIONE PIÙ FACILE Comune e società hanno già messo nel conto una terza ipotesi, forse la più plausibile: giocare il prossimo campionato al Sant’Elia con i tifosi nella tribuna centrale e nelle due laterali. Una soluzione facilmente percorribile e poco onerosa, che permetterebbe ai tifosi di tornare a incitare la squadra nella sua casa. E questo è ormai l’obiettivo dichiarato da tutti: «Resta in ogni caso ferma la volontà del Comune e della Società di continuare a lavorare per pervenire a un’intesa che, seppur non nell’immediato, riporti la squadra rossoblu a giocare nella propria città, che resta la sua sede naturale, in uno stadio Sant’Elia moderno e efficiente». Marcello Zasso