Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

«A settembre visiterò il santuario di Bonaria»

Fonte: Sardegna Quotidiano
16 maggio 2013

 PAPA FRANCESCO

 

L’ANNUNCIO Intorno alle 10.30 la sorpresa per i sardi presenti alla “visita ad limina”. Il pontefice: «Cagliari e Buenos Aires legate da una storia antica». E in Piazza San Pietro scoppia il boato

Quando la speranza diventa realtà, inattesa e gioiosa. Erano da poco passate le 10.30, quando Papa Francesco, durante l'udienza generale in piazza San Pietro, ha salutato i pellegrini sardi presenti. In testa i vescovi, a Roma per la “visita ad limina” (l'incontro quinquennale tra i presuli di una data regione ecclesiastica e il Pontefice), insieme a tutto il Seminario regionale. Una frase ha lasciato il segno: «Vi annuncio che desidero visitare il santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari, quasi sicuramente nel mese di settembre». Un boato. Applausi a non finire, grida di gioia per un annuncio inaspettato ai più ma che il portavoce della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha definito essere «nell'aria da tempo». La gioia per la notizia ha emozionato la rappresentanza isolana. Le telecamere vaticane hanno ripreso l'esultanza da stadio dei giovani seminaristi, con il gesto di saluto di un divertito Bergoglio, che al microfono ha ricordato a tutti i presenti il legame tra Cagliari e Buenos Aires, di cui il pontefice era arcivescovo prima della nomina papale. «Tra le due città c'è fratellanza, per una storia antica: il fondatore voleva chiamarla città della Santissima Trinità, ma i marinai che lo avevano portato lì erano sardi e volevano chiamarla Bonaria», ha spiegato Francesco alla piazza, come un vecchio maestro che racconta una storia ai propri alunni. «C'è stato un piccolo scontro, ma si è giunti a una mediazione chiamandola “Città della Santissima Trinità e porto di nostra Signora di Bonaria”, ma il nome era troppo lungo. Così sono rimaste le ultime due parole, “Buona Aria-Buenos Aires ”, ma è per la Madonna di Bonaria », ha concluso Bergoglio.

Tra i giovani seminaristi presenti è scoppiata una grande gioia, come racconta Marcello Piredda, 26 anni di Sorso, iscritto al Quinto anno di teologia. «Quando ci ha salutato e ringraziato è partita l'esultanza spontanea: ci siamo fatti riconoscere anche qui», scherza. Dello stesso avviso Michel Loi, 30 anni di Quartucciu, Secondo anno: «Mi ha colpito che il sagrato fosse strapieno di persone da ore prima dell'inizio dell'udienza, in un clima di attesa trepidante. L'entusiasmo era il sentimento più diffuso, insieme alla gioia e alla condivisione». All'annuncio, poi, la festa. «Aver vissuto in diretta quel momento è stata una grandissima emozione. Il nostro gruppo non è riuscito a trattenersi, come si è visto in tv», commenta divertito. LA COMMOZIONE DI MIGLIO Facile prevedere l'entusiasmo di mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda. «Esprimo la gioia e la commozione della Chiesa sarda e della diocesi di Cagliari per l'annuncio della prossima visita di Papa Francesco nella nostra Isola. Si sapeva che il pontefice conoscesse il culto di N.S. di Bonaria nel santuario cagliaritano - ha dichiarato Miglio - ma nessuno avrebbe immaginato la sua pronta disponibilità ad accogliere il nostro invito». Decisiva la devozione di Francesco alla Madonna di Bonaria per l'arcivescovo di Cagliari, che ha sottolineato come la data della visita papale non sia ancora nota. «Sono già stati stabiliti i primi accordi con la Prefettura della Casa Pontificia per gli aspetti organizzativi della visita: la data potrebbe essere definita entro la conclusione della visita ad limina », ovvero venerdì. Per Miglio la presenza di Papa Francesco nell'isola potrebbe essere «un'occasione per riaccendere la speranza per la Sardegna e i suoi problemi, sotto la protezione della Madonna di Bonaria ». Francesco Aresu

LE REAZIONI Cappellacci e Zedda: pronti ad accoglierlo e Columbu esulta

Ha messo in dvd “Su Re” dopo averlo generato dalle viscere della Sardegna. Camera mobile, sardo arcaico, un’assaggio dell’Isola. Il cinema sardo che abbraccia la religione è un dono per il Santo Padre. E il racconto del regista Giovanni Columbu è tutto d’un fiato. «Mi ha emozionato molto partecipare a un incontro grandioso e poterlo fare da una posizione privilegiata, sul sagrato, a pochi metri dal chiostro da cui parlava all’immensa folla», racconta Columbu. «Ha parlato della verità che è tale anche quando non è condivisa e non incontra il consenso dei più, ha invitato a pregare affinché il bene e l’amore ispirino le nostre azioni, poi ha annunciato la sua visita in Sardegna a settembre». Poi a fine della manifestazione si è avvicinato a lui. «Monsignor Miglio mi ha presentato e ho consegnato a Papa Francesco il mio film». Un boato ha fatto sì che il Santo Padre proseguisse il suo cammino. «Ma l’ho richiamato ed è tornato indetro da me, gli ho detto che sarei stato felice se avesse potuto vederlo e mi ha risposto che lo avrebbe fatto». Da Cagliari il primo cittadino Massimo Zedda gioisce della volontà espressa dal Papa Francesco di visitare il santuario della Madonna di Bonaria. «È un segnale molto importante per la città e per tutta l'Isola. L'annuncio del viaggio in Sardegna arriva a pochissimo tempo dalla sua elezione ed è una prova di attenzione fondamentale in un momento in cui la nostra Regione vive grandi difficoltà economiche e sociali. La città saprà accogliere il nuovo Pontefice con il calore e l'affetto già dimostrati per Benedetto XVI e Giovanni Paolo II». E anche il presidente Ugo Cappellacci ha dichiarato che la Sardegna è «pronto ad abbracciarlo.

Nel nome della comune devozione a Nostra Signora di Bonaria auspichiamo che la visita del Santo Padre ravvivi la speranza e il senso della comunità e sia di conforto e vicinanza ad un popolo che non si rassegna, ma affronta con grande dignità e coraggio le difficoltà di una fase difficile della nostra storia». .Anche le Acli di Cagliari sono pronte ad accogliere Papa Francesco «con grande gioia, devozione e affetto». Così ha dichiarato il presidente provinciale Mauro Carta. «Papa Bergoglio non dimentica le sue origini e porta anzi con sé, in quanto discendente di emigrati italiani in Argentina, la memoria del dolore di tanti uomini e donne che in passato hanno dovuto lasciare il proprio Paese spinti dal bisogno e dalla necessità di trovare un lavoro». Non solo sarà un grande onore ricevere il Santo Padre in uno dei suoi primi viaggi del suo Pontificato, «ma sarà anche un’occasione per parlargli della grave situazione sociale e occupazionale che la nostra Isola sta vivendo», ha detto Antonio Satta, segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc). «Il Papa aiuti le autorità a capire che la Sardegna ha bisogno di segnali maggiori, a cominciare da un nuovo piano di sviluppo, per risollevarsi». Vi.Sa