Il concerto
di Redazione Casteddu Online
Giovedì 16 Maggio 2013 | 00:55
Un sold out assoluto. Poche volte si è visto il Lirico di Cagliari strapieno come ieri al concerto di Renzo Arbore, con un pubblico così attento e alla fine scatenato, a cantare "Ma la notte no" e "Vengo dopo il tiggì" con l'orchestra italiana aL massimo delle sue sonorità. Ma il repertorio di Arbore è molto di più e non a caso si è aperto con un bell'omaggio a Roberto Murolo, con la sua bellissima "Reginella". La musica napoletana reinterpretata, con una commistione di ritmi incredibili, accompagnati da strumenti musicali che si alternano e dialogano con un fantasmagorico gioco di armonie. L'omaggio non ha riguardato solo Murolo, bensì altri "mostri sacri" della musica si sono alternati: da Carosone a Modugno, da Natalino Otto a Salvatore Di Giacomo. In un crescendo d'intensità, momenti di vero pathos si sono vissuti sulle note di "Mala femmina" e di "Ciao ciao bambina", sussurrate nel ritmo più caro ad Arbore, lo swing. Non meno intense le interpretazioni e le variazioni sul tema di alcuni componenti dell'orchestra, come Barbara Bonaiuto, sulle note di "Voce 'e notte" e Gianni Conte, in una splendida "Dicitincello vuje". La verve di Arbore è anche ironica, capace d'intrattenere il pubblico con le canzoncine umoristiche di Murolo o le gag napoletane. Immancabile il clarinetto, strumento con cui Arbore gioca da sempre. Colpito dalla partecipazione del pubblico di Cagliari, da lui definita la Rio de Janeiro d'Italia, Arbore si è generosamente speso per tre ore di grande spettacolo, dialogando con i suoi orchestrali e regalando una perla di concerto che si ricorderà a lungo. E alla fine, Luna rossa e il teatro che scoppia di battimani e canta a squarciagola.