Dopo il diploma, via ai corsi di formazione per creare un'impresa
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Gli ex abitanti del campo nomadi di Mulinu Becciu seguiranno corsi di formazione professionale, ma prima dovranno avere in tasca il diploma di terza media: il Comune, insieme alla Caritas, al Co.sa.s (Comitato sardo di solidarietà) e a tre istituti scolastici cittadini, ha firmato una convenzione che prevede «il conseguimento, attraverso percorsi modulari e personalizzati, del titolo di licenza media» per tutti gli «adulti rom», come spiega la determina del servizio Politiche sociali del Municipio.
STANZIATI 20 MILA EURO Nello stesso documento vengono anche impegnati i 20 mila euro che serviranno a pagare i libri e le lezioni speciali per i nomadi. Diecimila euro andranno al “Co.sa.s”, associazione di volontariato che «metterà a disposizione insegnanti di Italiano», per interventi «individualizzati e di sostegno disciplinare, oltre i libri di testo, materiali didattici e altro». Altri diecimila verranno divisi tra gli istituti Giuseppe Manno, Antonio Cima e Conservatorio Da Palestrina, che fanno capo alla stessa direzione scolastica.
ANCHE LE BABY SITTER Il servizio Politiche Sociali poi «provvederà a sensibilizzare i nuclei rom alla frequenza del corso per il conseguimento della licenza media e al monitoraggio dell'intervento», mentre la «Caritas diocesana attiverà un servizio di baby-sitteraggio per facilitare la frequenza ai corsi delle mamme».
Il Piano di inclusione sociale firmato dal sindaco e presentato all'assessorato regionale alla Sanità per ottenere un finanziamento di 695 mila euro in tre anni, ha tre punti fondamentali: case, formazione professionale, finanziamento di eventuali attività imprenditoriali. La Regione ha stanziato per il momento 300mila euro. Oltre al «percorso per una stabilità abitativa», ovvero il sostegno nella ricerca delle case e il pagamento degli affitti (le spese: 230 mila euro per il 2012, 150 nel 2103 e 75 nel 2014), è previsto anche un «percorso scolastico dei minori».
OBIETTIVO: UN LAVORO Nel piano è scritto che «la scolarizzazione deve diventare un punto di forza per l'emancipazione e l'inclusione sociale». Gli ex abitanti del campo sosta dovranno anche «creare nuove attività imprenditoriali per la salvaguardia dell'ambiente e il riciclaggio, con la finalità di creare nuove attività che producano reddito in settori vicini alle loro attitudini e alla loro cultura».
Michele Ruffi