LUNEDÌ, 24 NOVEMBRE 2008
Pagina 20 - Nazionale
Il presidente dell’Ersu Solinas: in città ventimila universitari pendolari e fuori sede
La struttura di viale La Plaia non decolla per divergenze tra il Comune e la Regione
Molti giovani vittime del mercato nero degli alloggi, altri devono rinunciare ai loro studi per i costi troppo alti
CAGLIARI. Il 31 dicembre scadrà il primo finanziamento da parte del Cipe per il campus universitario da realizzare in viale La Plaia. «Un’opera molto importante per gli studenti», afferma Cristina Solinas, presidente dell’Ersu (l’ente rgionale per il diritto allo studio) titolare della nuova costruzione. Attualmente, però, l’operazione è ferma, «mentre - ha affermato di recente l’assessore regionale alla Cultura Maria Antonietta Mongiu - a fine anno perderemo i primi quindici milioni di stanziamento del Cipe». Il Comune lamenta che il nuovo progetto, quello dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, ha una cubatura eccessiva. La Regione, invece, accusa il Municipio di voler bloccare l’opera opponendogli continui ostacoli.
A Cagliari vi sono trentottomila studenti universitari. Di questi ben ventimila sono: o pendolari (che risiedono fuori dal Comune ma entro un raggio di 50 chilometri dall’ateneo), o fuori sede (oltre 50 chilometri). Nello stesso tempo, però, le case dello studente esistenti hanno una capienza di soli mille posti letto in totale. «Un fatto che taglia fuori almeno altrettanti universitari che, per legge (reddito e profitto) dovrebbero poter avere un posto in una struttura pubblica - precisa Solinas - e questo è molto grave perchè significa che un altissimo numero di persone non potrà continuare gli studi perchè non è in grado di pagarsi le spese che un soggiorno a Cagliari comporta. Il che significa che esiste un problema-studenti che si presenta come una vera e propria emergenza. Oltre al fatto che gli studenti, per una città, rappresentano anche una ricchezza di conoscenze».
La volumetria attuale prevista per il campus è di 136mila metri cubi. Prima dell’intervento di Mendes erano 96mila. Aspetto, questo, che secondo il Comune si sta dimostrando di difficile soluzione. «Già col primo progetto - ha recentemente sottolineato Massimiliano Tavolacci, Udc e presidente della commissione consiliare all’Urbanistica - avevamo rilevato un eccesso di cubatura e chiesto che una parte venisse riassorbita, e auspicato più spazi verdi. Invece l’ipotesi dell’architetto Mendes ha aumentato le volumetrie. Da qui la nostra richiesta di far sì che una serie di terreni delle Ferrovie dello Stato, che dovrebbero passare alla Regione, vengano utilizzate per gli standard. Ma questo non è stato fatto».
Il problema, spiega il presidente dell’Ersu Solinas è che gli standard «saltano perchè attorno al campus sono stati realizzati una serie di servizi specifici. Mi spiego: mille posti letto significano un paese della Sardegna e vanno supportati. Da qui l’ipotesi di un polo direzionale con sala mensa per settecento persone, un auditorium da mille posti, una biblioteca, varie sale studenti, uffici per la gestione dei problemi studenteschi e, al piano terreno dell’edificio, un porticato tipo quello che c’è in via Roma con caffè, libreria, farmacia ecc. Il tutto per creare una qualità urbana utilizzabile sia dagli studenti che dal resto della cittadinanza».
Intanto, però, il campus universitario non può essere realizzato perchè mancano le concessioni edilizie da parte del Comune. L’opera nel suo complesso parte da una spesa base di circa 105 milioni, ma secodo Solinas potrebbe costare molto meno perchè l’appalto dovrebbe permettere un sensibile ribasso. Come accennato la struttura è stata riprogettata dall’architetto Paulo Mendes da Rocha (premio Pritzker, il Nobel dell’architettura). Secondo Mendes il campus non dovrà essere un semplice dormitorio per studenti, ma un luogo culturale e sociale attivo per l’intera città. Un po’ come la struttura universitaria che ha realizzato a Madrid. «La cosa che mi attrae di più del progetto - ha anche affermato - è che questo complesso sorgerà proprio nel cuore di Cagliari. L’edificio in sè non è molto difficile da immaginare, più importante è la sua disposizione nel territorio».
Resta, però, il problema degli standard. «Ma la questione è un’altra - sottolinea Solinas - una volta che Regione e Comune sono d’accordo sul fatto che esiste un problema-studenti, credo che possano mettersi attorno a un tavolo e trovare una soluzione». Solinas ricorda anche che su quell’area c’era stato un programma integrato, «il che significa che era stato messo in atto un piano che prevedeva un’utilità per il privato e una per il pubblico. Poi tutto è passato alla Regione e ora c’è un interesse pubblico esclusivo». La questione è che l’area ha un indice di edificabilità di 4,64 metri cubi per metro quadro... «Sì, ma il tutto potrebbe essere realizzato con un indice di 6 metri cubi per metro quadrato. Ed è per questo - continua Solias - che si era pensato a un accordo di programma: atto che permette, quando c’è un problema di superare gli ostacoli con modifiche adeguate del piano regolatore. Non dimentichiamo che tantissimi universitari non possono permettersi i costi di un soggiorno fuori sede e che, quindi, rinunciano a studiare. Un fatto gravissimo perchè significa che a questi giovani stiamo rubando il futuro».