Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

LO STADIO NON BASTA

Fonte: Sardegna Quotidiano
15 maggio 2013

SANT’ELIA E DINTORNI

 

di Antonello Gregorini

Le cronache di questi giorni inneggiano al rientro del Cagliari Calcio al Sant’Elia già per il prossimo campionato. La necessità sembra mettere tutti d’accordo e riporta le trattative esattamente dove erano state interrotte più di un anno fa. Proprio questo, lo dico sommessamente, senza polemiche e senza voler guastare l’utilità dell’idillio in corso, appare il nodo irrisolto della questione: trattare il problema Stadio come a se stante. L’idea originaria, su cui in tutti questi anni si è pianificato, prevedeva un’integrazione del maggior numero di utilità sociali legate all’intrattenimento attraverso più partenariati pubblico-privato.

Si tenga presente che questa è la tecnica ottimale per i progetti di riqualificazione urbana su cui la comunità europea investe i propri fondi compresi ulteriori fondi d’investimento rotativi, denominati Jessica, che sembrano inventati proprio per la fattispecie di cui trattiamo. Il coinvolgimento del privato è capace di attrarre capitali ed esercitare leva finanziaria o incrementare il “Value for money” del progetto. A nostro avviso gran parte delle attività esistenti attorno dello stadio devono incrementare il loro ruolo in seguito alla ristrutturazione del medesimo: Campo Coni; Pala Congressi: Fiera; Palestre Coni; Centro culturale espositivo: Lazzaretto e Padiglione Nervi; Arena Spettacoli. Devono acquisire funzionalità, nei partenariati previsti, anche la talassoterapia, sempre menzionata per le cubature delle vecchie saline, così come il lungomare e il porticciolo, la cui gestione deve essere data ai privati. Deve inoltre essere prevista la realizzazione di un hotel di gran rilievo e qualità, eventualmente integrato nel nuovo stadio, così come già previsto nel Master Plan. Invece, l’azione dell’amministrazio - ne sembra impostata per la mera richiesta di fondi pubblici, come se si fosse incapaci di operazioni di riqualificazione complesse e si temesse il rapporto con il privato.

Resta nell’aria il bando del Concorso di Idee che, comunque la si giri, soprattutto così com’è impostato nel capitolato pubblicato, non ha alcuna ragione di essere portato avanti. Sarebbe pertanto opportuno, detto sempre sommessamente, che l’amministrazione redigesse, con celerità, un Piano Integrato di Sviluppo Urbano nel quale tutte le utilità suddette e la riqualificazione del quartiere venissero viste come un sistema: Prevedendo la possibilità di realizzare lo stadio di seria A per 20.000 posti da assegnare con bando al Cagliari Calcio. Includendo una struttura ricettiva con congruo numero di posti letto da assegnare in concessione a un operatore privato. Includendo la possibilità di realizzare il porticciolo così com’era progettato originariamente per 120- 150 posti barca con annessi servizi di ristorazione e legati alle attività di pesca. Prevedendo la possibilità che venga realizzata una spiaggiola artificiale sul lungomare dal molo di levante al molo di sottoflutto del nuovo porto. La struttura del benessere talassoterapica da assegnare in concessione a un operatore privato. Prevedendo che l’operatore alberghiero abbia accesso garantito ai servizi congressuali della Fiera e abbia la possibilità, se richiesto, di includere la concessione del padiglione Nervi. Prevedendo la possibilità che l’operatore alberghiero possa avere una opzione sui volumi destinati alla talassoterapia esistenti nelle strutture in abbandono del Parco di Molentargius. Troppo complesso? Eppure in Europa si agisce in questa maniera, perché noi no? Centro studi Riformatori sardi