POETTO. Dopo sette mesi di braccio di ferro si apre uno spiraglio. Oggi parola al Tar
Via libera del pm: saranno riaperti forse già a luglio
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Alla fine, anche se con sette mesi di ritardo, si è finalmente intrapresa la via più lineare e semplice. Undici dei quindici baretti abusivi del Poetto messi sotto sequestro due mesi fa dalla Procura saranno smontati e - a patto di ottenere una nuova autorizzazione dal Comune - potranno essere ricostruiti. Salvando così, almeno parzialmente, la stagione estiva ormai alle porte.
VIA LIBERA DALLA PROCURA Ieri mattina è caduto infatti il primo ostacolo giudiziario, con il pm Gaetano Porcu che ha autorizzato i titolari dei chioschi a rimuovere i sigilli apposti a metà aprile dalla guardia costiera e dai vigili urbani. Il nulla osta vale soltanto per la rimozione dei chioschi, che inizierà già questa mattina, mentre prima di procedere alla realizzazione dei nuovi baretti si dovrà passare per un sopralluogo che accerti il ripristino dello stato dei luoghi. Solo a quel punto il Tribunale potrà infatti provvedere a dissequestrare le aree, lasciando così ai titolari la possibilità di inoltrare le richieste di nuova autorizzazione agli uffici comunali. I tempi? Secondo un approssimativo calcolo, considerando un mese per lo smontaggio e un altro per l'espletamento delle procedure burocratiche, i chioschetti potrebbero riaprire al pubblico già dal prossimo luglio. «È una stima ragionevole», spiega l'avvocato Matteo Pinna, che ha firmato l'istanza accolta dalla Procura per conto dei gestori degli undici chioschi che hanno deciso di smontare. L'iter scelto comunque è quello più sicuro, perché consentirebbe di salvare, oltre a una parte della stagione estiva, anche le concessioni. Concessioni che non sarebbero invece al riparo neanche nella per nulla scontata ipotesi che il Tar - la cui pronuncia è attesa per oggi - dia ragione agli operatori che a gennaio avevano fatto ricorso contro il diniego del Comune alla richiesta di accertamento di conformità.
LA VICENDA Un anno fa, demoliti i precedenti baretti abusivi e in attesa dell'approvazione del Pul, il Comune aveva rilasciato 15 concessioni provvisorie per realizzare delle strutture amovibili in legno. L'autorizzazione prevedeva però che entro il 31 ottobre i nuovi manufatti fossero smontati e che per la stagione estiva 2013 si rinnovasse l'intero iter. Le strutture invece sono rimaste in piedi mentre la Regione solo il 10 aprile è riuscita a varare la salva-chioschi. Nel frattempo però, dopo le relazioni della polizia municipale e della Capitaneria di Porto, è intervenuto il pm Porcu: scaduta l'autorizzazione i baretti avrebbero dovuto essere smontati e, a partire da quel momento, sono da ritenersi a tutti gli effetti abusivi. Una tesi fatta propria sia dal Gip Cristina Ornano che dai giudici del Riesame, che avevano spiegato come la legge salva-chioschi può valere per il futuro, ma di certo non sana gli abusi edilizi commessi sino ad oggi. A questo punto ai 18 titolari indagati per violazioni urbanistiche e paesaggistiche non restava che la strada assai impervia della Cassazione, il cui pronunciamento sarebbe però arrivato a stagione balneare abbondantemente iniziata se non ormai finita. Oppure fare ciò che si sarebbe dovuto fare sette mesi fa: cioè smontare i chioschi per rimontarli a ridosso dell'estate con in mano una nuova autorizzazione. In undici ora hanno scelto la seconda strada e per loro si è subito sbloccata la situazione. Tutto all'insegna della legalità. Ci voleva tanto?
Massimo Ledda