Dai negozi
«Da qualche tempo stiamo assistendo a episodi preoccupanti. Questi ragazzi che vendono merce contraffatta vengono da noi commercianti e ci apostrofano in malo modo, ci incolpano magari di aver chiamato le forze dell'ordine per farli andare via. La situazione è inaccettabile».
Il leader provinciale di Confesercenti, Roberto Bolognese ha un diavolo per capello. Anche lui ha un'attività in quella zona, e ricorda che la contraffazione danneggia le attività legali: «Un tempo erano una decina, ora sono diventati centinaia. Il fenomeno è dilagante soprattutto nel Largo».
Roberto Vacca ha un'attività con la famiglia nel quartiere Marina, e sente particolarmente questo problema: «Non è una questione di razzismo», spiega. «Se queste persone aprissero un'attività pagando le tasse e facendo tutto secondo le regole come facciamo noi non ci sarebbe alcun problema». E conclude: «Il problema è che noi non ci sentiamo tutelati, e la situazione man mano che sono passati gli anni è sempre peggiorata. E nulla ci fa intravedere una soluzione».
Davide Marcello della Fismo, negozio nel Largo, attacca: «Sono fuorilegge, perché si tollerano?». (p.c.c.)