Comune. Hanno bruciato tante sedute di Consiglio: le due “maglie nere” si giustificano
La giocosa difesa di Angius: tutta colpa del matrimonio
Giorgio Adamo, leader delle presenze, attacca: «Se si decide di candidarsi, occorre anche avere voglia di fare politica».
Assente sì, assenteista no. Marco Espa, ex capogruppo del Pd in Consiglio comunale, ammette le sue “colpe”. «È vero», ammette, «sono il consigliere che ha collezionato il minor numero di sedute. Ma non credo di meritare l'appellativo di assenteista : questo compete a un fannullone, a uno che ruba perché non fa niente». È un'autodifesa accorata quella del consigliere democratico. «In primo luogo», spiega, «non posso essere accusato di rubare, visto che, dopo essere diventato anche consigliere regionale, per la mia partecipazione alla sedute di Consiglio comunale non ricevo neanche un euro. E poi, presenze a parte, conta la qualità di quello che si fa: in quest'ultimo scorcio di consiliatura, ho promosso come primo firmatario la mozione bipartisan contro la chiusura del Formez, la proposta per il riconoscimento dei diritti dei cittadini stranieri, il risarcimento del danno ambientale per il Poetto. E, comunque, se si tiene conto delle sedute dal 2001 a oggi, altro che assenteista: sono uno tra i più presenti». E poi, a giustificare le tante assenze, anche altre considerazioni. «Non ultima il fatto che sono uno degli sfollati dell'alluvione di Capoterra. E, comunque, mi capita di trascorrere anche dodici ore di seguito in Consiglio regionale: tra l'altro, con la mia presenza in Regione possa lavorare concretamente per Cagliari».
Espa non è l'unico consigliere che vuole giustificare il basso numero di presenze alle sedute di Consiglio comunale. Il capogruppo dei Riformatori Giorgio Angius propone le sue giustificazioni. «Mi sono sposato», spiega, «e questo mi ha tenuto lontano per alcune settimane dal Consiglio». Assenze, Angius lo dice con il sorriso sulle labbra, che non si ripeteranno. «Perché ho giurato fedeltà eterna di fronte allo stato e alla chiesa». Dunque, non ci saranno altre assenze dovute a matrimoni.
Sull'altro versante, quello degli stakanovisti c'è il forzista Giorgio Adamo: lui non ha bruciato neanche una seduta. «Perché», sostiene, «abbiamo chiesto i voti agli elettori per rappresentarli in Consiglio. Se si decide di candidarsi bisogna anche avere voglia di fare politica. Altrimenti, meglio restare a casa». Nessun sacrificio per Adamo. «Anche perché, se andare alle sedute diventasse un sacrificio, non esisterei un attimo a lasciare tutto». Il problema sta nell'atteggiamento. «Sento qualcuno che parla delle sedute come di un disagio. Francamente non trovo che questo sia lo spirito giusto per fare politica».
MARCELLO COCCO
22/11/2008