Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

CAGLIARI E SANT’ELIA SPAZIO ALLA RAGIONE

Fonte: Sardegna Quotidiano
10 maggio 2013

 

di Luigi Coppola

In tempi difficili come questi, carichi di tensioni politiche, sociali, trovare un barlume di ragionevolezza, una fiammella, può costituire un momento di speranza. Speranza nella capacità di affidare alla ragione e non alla sicumera della protervia, la possibilità di trovare la soluzione ai problemi. Il discorso vale sia se riferito alla politica, o all’economia, sia se riferito alla politica comunale. La Regione Sardegna in questo caso non c’entra poiché il suo presidente pro tempore, che rappresentando l’Istituzione rappresenta tutto il popolo sardo, non fa uso di ragionevolezza ma piuttosto di arroganza quando, alla luce di un sondaggio che lo pone come gradimento 16esimo su 16 con il 44 per cento di percentuale, afferma che la percentuale è più che sufficiente per vincere le elezioni (le prossime regionali) e quando, con la finanziaria ancora in discussione in Consiglio, si preoccupa di attaccare senza stile da Presidente i suoi avversari che lo criticano: dal deputato Gian Piero Scanu del Pd, al consigliere regionale e capogruppo di “Sardegna è già domani” ( ed ex capogruppo del Pdl). Eviti di tentare di emulare Berlusconi che, con tantissimi difetti, è uomo di comunicazione e sa, servendosi in abbondanza di promesse sempre inevase, come turlupinare gli elettori. Allora da dove viene lo spiraglio di ragionevolezza? Dal comune di Cagliari da una parte e dal Cagliari calcio spa dall’altra. Non sto a ricordare a chi legge che in queste pagine, da sempre, si è auspicato un incontro chiarificatore tra Comune e Cagliari calcio, poiché non è ammissibile che la squadra rossoblù debba giocare altrove, in stadi deserti, senza il sostegno dei suoi tifosi. L’incontro in programma lunedì prossimo al Municipio non sarà certamente risolutivo, ma ci sono sufficienti elementi per sperare in una trattativa rapida e in un accordo finale. Basta solo che ciascuna delle parti faccia, preliminarmente, un passo indietro nel senso di porre all’at - tenzione della controparte le proprie ragioni ma disposta anche ad ascoltare. Ci sono in ballo questioni economiche relative a debiti e crediti; questione tecniche relative ai tempi e agli investimenti necessari per restituire agibilità all’i mpianto in attesa che si possa intervenire in modo profondo e risolutivo sulle strutture in cemento armato; questioni sociali e ancora economiche relative alla consistenza dell’indotto; anche questioni istituzionali relative alla possibilità che molte federazioni sportive possano trovare al Sant’Elia (come da anni accade allo stadio Olimpico di Roma) ospitalità in uffici da creare a ridosso delle tribune. Ma c’è anche le necessità del Cagliari (dopo aver speso 8-9 milioni di euro per Is Arenas e con la tentazione di spendere anche gli altri 3 milioni per lo stadio di Reggio Emilia, messo all’asta fallimentare) di usufruire di una struttura che può garantire almeno 30 mila presenze. Insomma è un buon segno che la ragione trovi spazio, dopo tante polemiche. Ad una condizione, però: che sia il Comune sia il Cagliari Calcio spa abbiano chiara la convinzione che lo stadio appartiene al Comune, che la società rossoblù è di proprietà privata, ma la squadra, la maglia, il blasone appartengono in esclusiva ai tifosi, che risiedano in Sardegna o in Italia, in Europa, nel mondo.