Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Metti nove sere a teatro

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2013


Presentato il cartellone del Cedac per la prossima stagione al Massimo
 

Ghini, Poli, Mauri, Zingaretti in scena a Cagliari
Quante sfumature ha l'abuso di potere? Di certo almeno nove, quanti sono i titoli della prossima stagione teatrale del Cedac che passando dalla commedia brillante ai testi cult del Novecento, offrirà allo spettatore spunti per riflettere, con lievità, sullo scivoloso e attualissimo argomento. Basta già questo per lasciarsi sedurre da una proposta comunque ricca, presentata ieri con il confessato obiettivo di promuoverla per coinvolgere un pubblico sempre più vasto. Sia tra i velluti del teatro che sulle seggiole della Mem. E visti i tempi di crisi, che si portano sempre dietro le nubi dei pochi e insufficienti soldi pubblici, il Cedac ha costruito un cartellone “sicuro”. Per dirla con le parole del suo direttore artistico, Valeria Ciabattoni «è uno spaccato di teatro che segna uno stacco forte dalla “seriosa” programmazione dello scorso anno». Come tradizione vuole si comincia il 20 novembre con una prima nazionale e un debutto sardo. L'attore Massimo Ghini porterà sulla scena le manie erotiche dell'uomo medio e perbenista, protagonista insieme a Elena Santarelli, novella Marylin di “Quando la moglie è in vacanza”, la commedia di George Axelrod resa celeberrima dal film di Billy Wilder.
Che cosa succede se si incontrano due professori anticonformisti? Ce lo racconta (il 4 dicembre) la commedia superpremiata “The History Boys” di Alan Bennet nella mise en scène di Teatridithalia, con Elio De Capitani che affronta con graffiante ironia il tema cruciale dell'educazione e della conoscenza.
L'anno nuovo (8 gennaio) porta sul palcoscenico del teatro Massimo di Cagliari, la sublime irriverenza di Paolo Poli che converte il detestato Pascoli in “Aquiloni”, un intreccio di versi che ha nutrito generazioni di italiani. Sempre a gennaio (il 22) è Pierfrancesco Favino insieme a Paolo Sassanelli a narrarci dell'arte di arrangiarsi. Pippo è l'Arlecchino goldoniano che serviva i due padroni. “One Man, Two Guvnors” di Richard Bean ripropone la vorticosa giostra di equivoci. Una riflessione diversa su un classico del teatro.
Che per quanto veleggi in mari sicuri non tralascia proposte ambiziose o eccellenti ritorni. Come quello di Glauco Mauri che il 5 febbraio porta in scena con Roberto Sturno “Una pura formalità”, trasposizione teatrale del film di Giuseppe Tornatore. Un noir che si trasforma in un viaggio dentro noi stessi. Nel continuo intreccio tra novità e classico ecco il capolavoro del Seicento: “L'avaro” di Molière curato da uno dei più interessanti giovani registi italiani, Arturo Cirillo, in scena insieme con Sabrina Scuccimarra e Monica Piseddu il 5 marzo.
“La grande prosa al Teatro Massimo” anticipa i tempi e apre la campagna abbonamenti: dal 13 al 31 maggio si rinnovano i vecchi; dal 3 al 7 giugno i vecchi con cambio di turno e dal 17 giugno tocca ai nuovi spettatori. (c.p.)