Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Là dove nacque il Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2013

URIOSITÀ. Aperto anche l'ex stallaggio Meloni, dove esordirono i rossoblù nel 1920
 

Nella caserma Trieste la memoria dei bombardamenti
Vedi la foto
C'è un altro modo di raccontare la storia in questi due giorni dedicati alla memoria, un filo sottile che lega i bombardamenti su Cagliari ai monumenti che verranno aperti ai cittadini per la diciassettesima volta. Sono quattro splendidi ficus retusa, cresciuti liberi nell'area abbandonata dell'ex caserma Trieste, che attraverso la video installazione di Marta Anatra del collettivo artistico Trw, Radici aeree, curato da Emanuela Falqui, interpretano un episodio parallelo a quelli del quarantatré. «Con questo video ho voluto rielaborare la storia usando gli alberi come metafora - spiega l'artista- queste piante tropicali hanno una particolarità: quando il terreno su cui poggiano è fragile, le loro radici cercano altre vie e tendono a svilupparsi dall'alto verso il basso ricoprendo ciò che trovano. In questo caso hanno ammantato l'edificio e sedimentato una speranza».
CIMITERO DI RICORDI È un cimitero di ricordi belli e brutti lo spazio in viale Trieste adiacente il corpo dei Vigili urbani: l'8 settembre del 1920, il luogo al tempo conosciuto come stallaggio Meloni, ospitò la prima partita del Cagliari calcio. Era il 1936, invece quando venne edificata la caserma dell'Aeronautica militare le cui flotte si alzarono in volo per supportare le operazioni di guerra in Spagna a sostegno del regime di Franco. Per la prima volta in Europa, gli attacchi furono rivolti ad obiettivi civili: non fu risparmiato neppure il momento di preghiera degli abitanti di Durango, sorpresi nel 1937, dal rombo degli aerei dell'aviazione legionaria italiana, che avevano una base anche a Cagliari, nella caserma Trieste.
PALAZZO AYMERICH Il sentiero dei ricordi lascia il viale Trieste e sale su per il Castello, con tappa a Palazzo Aymerich. Qui non ci sono mura simboliche per arginare il dolore della guerra che non ha bandiere né confini. Canti, grida e pianti dalla Siria, dall'Afghanistan, da Mali deflagrano come bombe nell'installazione audiovisiva di Elisabetta Saiu, a presente memoria che solo le guerre non muoiono.
VIA SAN GIACOMO Tornando a valle, si giunge nel quartiere di Villanova. Nella casa di via San Giacomo 8, l'artista Valeria Muledda ha raccolto testimonianze e libere interpretazione su come i bombardamenti della seconda guerra hanno modificato gli spazi della città. Immagini, racconti, frammenti di memoria ricostruiscono i luoghi e i monumenti sotterrati anch'essi dalla bombe. L'artista le ha assemblate in un archivio sonoro di voci che potranno essere ascoltate semplicemente componendo un numero di telefono dedicato, rintracciabile su cartelli speciali segnalati sui luoghi.
LA CITTÀ VECCHIA Il percorso di interpretazione artistica cede il passo al racconto più tradizionale con le passeggiate per la citta vecchia. Tablet e social network per condividere e scoprire con l'associazione Sardegna alternAttiva i luoghi dei bombardamenti in Castello, mentre al laboratorio di didattica dei Beni culturali dell'Università, il compito di far conoscere Villanova, con il progetto Trentapiedi dei monumenti.
PROIEZIONI Il video di Saiu accompagnata dalle musiche di Henning Friman, verrà proiettato sulla facciata del palazzo Aymerich alle 21 di domani. Domenica, stessa ora, saranno le mura del palazzo comunale di via Sauro a far da schermo per il video di Marta Anatra e Marco Tanca e le musiche di Fabrizio Frisan.
Matilde Gianfico