La festa multietnica
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di
Valentino Medagliani
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Domenica 05 Maggio 2013 | 19:25
A meno di una settimana da Ethnikà, il parco di Monte Claro torna a essere l'ombelico del mondo. Al centro, questa volta, la festa delle comunità dell'Est Europa in occasione delle celebrazioni della Pasqua Ortodossa. Una giornata iniziata con la funzione religiosa nella chiesa di Nostra Signora della Speranza, nel quartiere di Castello, alla presenza delle autorità locali e del parroco della Chiesa ortodossa, ucraina, russa e bielorussa del patriarcato di Mosca Mikhayl Povaliev, e proseguita nel parco di Cagliari con cibo etnico, danze, musica e una piccola esposizione d'artigianato.
“Monte Claro – dice Giuseppe Carboni, console onorario della Repubblica bielorussa a Cagliari – è oggi è centro della città, il cuore pulsante di iniziative culturali. Il fatto che la Provincia di Cagliari ci abbia dato la possibilità di festeggiare qua è un modo di coinvolgere tutta Cagliari in questa Pasqua”.
Nel capoluogo sardo, fra le comunità di religione Ortodossa provenienti dai Paesi dell'ex Unione Sovietica, la più numerosa è quella ucraina, circa 750 persone. “È un'immigrazione soprattutto femminile – spiega Carboni – donne di oltre 40 anni che per lo più lavorano come badanti. Sostengono un welfare che in Italia è deficitario. Coinvolgere la città nelle loro manifestazioni di carattere civile e religioso, credo sia una forma di riconoscimento per il lavoro che fanno”.
Un legame sotto il segno della cooperazione quello fra la Sardegna e la Bielorussia. Dal 2006, con il progetto Chernobyl, l'associazione Cittadini del Mondo permette alle famiglie dell'isola di ospitare i bambini bielorussi. “Quest'anno – dice Carlo Altea, vicepresidente di Cittadini del Mondo – i bambini ospitati sono stati 150. Numeri in calo se si considera che due anni fa ne avevamo 350. Da un lato questo è dovuto alla crisi e allo scarso ricambio delle famiglie disposte a ospitare. Dall'altro è anche vero che molti bambini sono stati adottati da famiglie di Cagliari e oggi vivono qui”.
La festa in occasione della Pasqua è il segno dell'accoglienza, secondo il presidente della Provincia di Cagliari Angela Quaquero: “Ha un valore molto forte. Quando dei cittadini cominciano a celebrare delle feste vuol dire che sono “dentro” a un territorio e vuol dire che il territorio riesce ad accogliere la festa. Io convinta che Cagliari e la Sardegna siano terre capaci di accogliere. Il momento è difficile. Le tentazioni di pensare di più a se stessi sono forti e comprensibili, però credo ci sia lo spazio e la possibilità di costruire qualcosa assieme e che le persone che vengono da altri Paesi sono delle risorse”.