Oggi l'edizione numero 357 dell'evento folkloristico-religioso più importante della Sardegna
Sfileranno in tremila provenienti da 88 Comuni, 72 i gruppi folk
Sfileranno in tremila, provenienti da 88 Comuni dell'Isola. Ci saranno 72 gruppi folk, 202 cavalieri, 70 miliziani. Oltre duecento persone saranno sedute sulle 18 coloratissime traccas trainate dai buoi (sulle quali sono esposti i prodotti più genuini della terra, dell'artigianato ed i dolci) e canteranno la trallallera e altri canti popolari.
L'edizione numero 357 di Sant'Efisio proverà a coinvolgere di più gli spettatori, che avranno un ruolo più attivo. Ma proverà a essere anche più suggestiva più perché quest'anno ricorre il settantesimo anniversario dei bombardamenti su Cagliari e si ricorderà l'anno in cui il santo sfilò sul cassone di un camion tra le macerie della città ferita.
IL PROGRAMMA Come al solito il corteo partirà alle 10 da via Sant'Ignazio e percorrerà via Azuni, piazza Yenne, corso Vittorio Emanuele, via Sassari, piazza del Carmine, via Crispi, via Angioy, largo Carlo Felice, via Roma, via Sassari, viale La Playa. Sfilano per prime le traccas, seguite dai gruppi folk in costume e a piedi che recitano o cantano i goccius, le preghiere della tradizione religiosa isolana. Dietro i gruppi folk sfilano i cavalli. Prima i cavalieri del Campidano, in sella a cavalli addobbati con coccarde e rosette, poi i Miliziani, armati di archibugio e sciabole, il corpo della Guardianìa, che sfila in frac nero, cilindro e fascia azzurra ai fianchi. In prima fila, il Terzo Guardiano regge il Gonfalone dell'Arciconfraternita. In frac e cilindro, con una fascia tricolore sui fianchi, procede l'Alter Nos (il consigliere comunale Filippo Petrucci), rappresentante del sindaco di Cagliari. Poi sfilano i membri dell'Arciconfraternita del Gonfalone, introdotti da un confratello che regge un crocifisso del '700. Due confratelli, chiamati “i Collaterali”, hanno il compito di stare ai lati del cocchio durante tutto il percorso della sfilata, e aprono le porte quando si ferma per consentire ai fedeli di depositare all'interno fiori, offerte, ex-voto e suppliche. È uno dei momenti più suggestivi della sfilata.
L'ARRIVO DEL COCCHIO L'arrivo del cocchio con il simulacro è annunciato dal suono delle launeddas. Il cocchio è trainato da un imponente giogo di buoi ornati da manti colorati e fiori e condotti da Su Carradori . In via Roma, di fronte al palco in cui siedono le autorità, il cocchio del santo procede su un tappeto di petali ( sa ramadura ), salutato dalle sirene delle navi attraccate al porto. È un momento emozionante, soprattutto perché interviene la folla che si avvicina al Santo per la richiesta di una grazia dal santo che salvò la città da un'epidemia di peste. Quindi il cocchio continua il suo tragitto verso Nora accompagnato dai fedeli che hanno fatto voto di percorrere il cammino a piedi.
Fabio Manca