Rassegna Stampa

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Ethnikà, l'integrazione a Monte Claro con 94 paesi del mondo in festa

Fonte: web Castedduonline.it
2 maggio 2013

    La multiculturalità

di
Valentino Medagliani

Mercoledì 01 Maggio 2013 | 21:20

È una finestra sul mondo quella aperta oggi a Cagliari in occasione della settima edizione di Ethniká. Venticinquemila persone hanno affollato il parco di Monte Claro per ascoltare, vedere e assaggiare culture di Paesi lontani, oggi più vicini alla realtà di Cagliari. "I Paesi rappresentati, 94 in tutto – dice Mimìa Fresu, responsabile del Rapporto con le comunità e delle associazioni per la Provincia di Cagliari, da sette anni dietro le quinte di Ethniká –, appartengono a comunità presenti sul territorio. A livello nazionale abbiamo testimonianza di altri eventi simili a questo che non hanno gli stessi numeri”.
Cifre in crescita per la manifestazione, 18 mila le persone presenti l'anno scorso. “È una cosa meravigliosa – dichiara Angela Quaquero, presidente della Provincia di Cagliari –. Nel 2007 eravamo felici ed entusiasti perché alla prima edizione erano venute ben 2 mila persone. Forse stasera siamo venticinquemila”.
Nel corso della giornata negli 80 gazebo presenti è stato possibile mangiare cibo etnico e acquistare oggetti di artigianato provenienti da Africa, Asia o Sud America. Sul palco: danze e musica in uno spaccato sul mondo. Centodue le associazioni in campo. “Non soltanto – dice Quaquero – realtà impegnate nel campo dell'integrazione fra popoli, ma associazioni impegnate nel civile”.
Ancora tanto lavoro da ancora da fare sul fronte dell'integrazione nel capoluogo sardo: “Cagliari – dice il presidente della Provincia – non è ancora cosmopolita, ma è una città accogliente e non è razzista. Questo non ci deve far illudere che sia tutto in discesa”.
Tante le associazioni solidali presenti. Fra queste Okra, nata a Sestu tre anni fa, quasi per caso, per creare un ponte fra l'Italia e il Gana. “Ethniká – dice il presidente Marcello Meloni – è una manifestazione che permette alle persone di conoscere realtà che si muovono nel sociale. Non solo Africa, ma anche altri continenti. Noi nello specifico stiamo lavorando sul Gana, sviluppando progetti che permettano alle persone dei ceti più poveri di rendersi autonome”. Uno specchio nel tempo quello fra l'Africa e la Sardegna. “L'Africa che ho conosciuto – dice Meloni – è in qualche modo la Sardegna dei racconti del dopo guerra. C'è tantissimo della storia dei racconti di mia nonna. C'è tanto da scoprire: quello che abbiamo perso noi come senso di comunità e quello che stanno perdendo loro rincorrendo il nostro modello”.