Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Appalto del gas, c'è un'inchiesta

Fonte: L'Unione Sarda
21 novembre 2008

Dubbi su una transazione che impegnava il Comune a versare 26,5 milioni alla Isgas nonostante fosse creditore di due

Il sindaco Floris invia gli atti della gara alla Procura

L'inchiesta della magistratura dovrà chiarire perché i conti divergono di 35 milioni di euro: la Isgas vanta un credito di 37 milioni ma secondo il ministero è in debito verso il Comune di 2 milioni.
La Isgas rivendica un credito col Comune di 39 milioni di euro. Il ministero dei Lavori pubblici, che ha finanziato con 6 milioni la realizzazione delle rete cittadina, ha fatto i conti e ha detto no: l'amministrazione comunale non deve proprio nulla. Anzi, è in credito di due milioni di euro.
A quel punto il Sindaco ha preso gli atti, li ha infilati in una grossa busta e spediti. Destinazione: piazza Repubblica, Palazzo di giustizia, Procura della Repubblica. A dispetto della transazione, sottoscritta tre anni fa dalla giunta comunale, che sembrava aver messo fine a un faticoso contenzioso giudiziario. Insomma, sulla realizzazione della rete del gas di città, e anche sulla distribuzione, Emilio Floris ha sollecitato l'intervento della magistratura. Che, visti gli interessi in gioco, non ha perso tempo. Il pm Mario Marchetti ha aperto un fascicolo con un unico scopo: scoprire come mai il Comune abbia firmato nel 2005 con la Isgas una transazione che lo impegna a versare nelle casse della società 26,5 milioni di euro (che in tre anni sono cresciuti fino a 37) per poi scoprire di essere in credito di 2 milioni.
Un passo indietro per capire. Nel 1993, quando il Comune era governato dal commissario straordinario, fu indetta una licitazione privata per la realizzazione della rete di gas cittadina e la gestione della distribuzione. La gara venne aggiudicata a Conscoop e Cis (poi Isgas) che l'11 maggio 1995 firmarono il contratto per la concessione trentennale del servizio. La ditta avrebbe ottenuto dallo Stato un finanziamento pari al 45 per cento dell'importo ma avrebbe dovuto versare al Comune l'11,5 per cento del guadagno derivante dall'erogazione del gas.
Contro l'aggiudicazione dell'appalto fece ricorso al Tar Italgas-Metano Sarda (poi Medea spa) che perse in primo grado ma vinse in appello davanti al Consiglio di Stato. Così, nel maggio 2001, la gara fu aggiudicata alla Italgas, alla quale il Comune chiese fideiussioni a garanzia dei lavori. Ma la società per un motivo o per altro non le firmò e, nel 2002, i lavori furono affidati alla Isgas, in via provvisoria, che in via provvisoria provvedeva dal 1995.
Nello stesso anno il Comune decise di bandire una gara pubblica e la Isgas presentò il conto delle opere e della lunga gestione: si rivolse a un civilista di grido, il professor Angelo Luminoso che, sulla base di una regio decreto del 1924, conteggiò il valore industriale della rete del gas: in tutto 26 milioni di euro. Una botta per il Comune, che si vide costretto a ribattere con un suo consulente. Giovanni Calvisi, esperto tecnico-contabile, concluse che sì, la Isgas aveva ragione, ma dal conteggio finale bisognava detrarre il 45 per cento del finanziamento statale. E comunque, secondo Calvisi era opportuno transigere. La giunta comunale deliberò in quel senso e il Comune si impegnò con un contratto a versare 26,5 milioni di euro. Nella transazione scomparve l'11,5 per cento dei guadagni che la ditta aggiudicatrice dell'appalto avrebbe dovuto versare al Comune. In quel frangente fu presa anche un'altra decisione: quando fosse stata indetta la gara, il bando avrebbe dovuto prevedere una condizione, la ditta aggiudicatrice si sarebbe dovuta accollare il debito del Comune verso la Isgas.
Ma la gara non è mai stata fatta e il servizio di distribuzione del gas è stato garantito, sempre in via provvisoria, e non senza contrasti, fino al 2008. Così, il credito della Isgas è salito a 40 milioni di euro, tre dei quali abbuonati. Dunque: sono 37 i milioni che il Comune deve alla ditta che da 13 anni gestisce il servizio di distribuzione del gas cittadino e che, il 31 dicembre 2006, ha ultimato i lavori sulla rete. E proprio dopo la consegna delle opere il ministero dei Lavori pubblici è andato a verificare, atto dovuto perché ha finanziato il 45 per cento dell'appalto.
Ed ecco il colpo di scena. Stando alla perizia effettuata da una società con tanto di certificazione, il Comune è in credito con la Isgas di 2 milioni di euro. Ma l'amministrazione comunale ha sottoscritto la transazione, dunque sotto il profilo civilistico è obbligato a pagare decine di milioni di euro. Come fare?
Il sindaco Emilio Floris ha pensato che se i conti divergono così tanto forse non tutto è filato liscio: ha raccolto le carte e le ha spedite alla Procura della Repubblica.
MARIA FRANCESCA CHIAPPE

21/11/2008