La protesta in spiaggia
di
Maurizio Bistrusso
Sabato 27 Aprile 2013 | 17:45
È partita intorno alle 16 dal primo baretto del lungomare del Poetto, l'Otium, alla prima fermata, la manifestazione organizzata da Davide uno dei cittadini cagliaritani che hanno deciso di promuovere una protesta per sensibilizzare la cittadinanza su quanto sta accadendo al Poetto. Dove 15 baretti sono blindati e restano sotto sequestro dopo che il tribunale del riesame ha respinto il ricorso. I sigilli della capitaneria di porto restano in evidenza ma in tantissimi dei chioschi chiusi i turisti e i cagliaritani in cerca di una bibita o di un caffè hanno strappato i nastri e stanno usufruendo almeno delle sedie e dei tavolini per trascorrere la giornata all'aria aperta. Il lungomare e la spiaggia rischiano di diventare un deserto e a nulla è servita la "leggina" salva baretti approvata dalla regione per sbloccare una situazione che sta privando Cagliari e il suo lungomare vocazione dei servizi essenziali in spiaggia. Una situazione che mette decisamente in ombra la città e la sua vocazione turistica e lascia senza lavoro circa 200 persone .Davide col suo megafono ha guidato il corteo e ha cercato di raccontare una situazione paradossale che vede i chioschi blindati perchè considerati abusivi e tanto cemento nella spiaggia degli storici stabilimenti balneari privati e di quelli militari. Il gruppo, circa 70 persone ha sostato davanti al Malibù e a quello che resta dell'Oasi e vicino ai chioschi aperti come l'Emerson per tentare di trovare una spiegazione in quello che sta diventando un vero e proprio ginepraio di leggi e norme che anziché tutelare la città d il suo ambiente di fatto sembrano penalizzarla. Si è cercato di coinvolgere i tanti turisti seduti nei baretti abusivi in una manifestazione di protesta pacifica contro una situazione davvero singolare. Al gruppo si sono aggiunti alcuni dei gestori dei chioschi che hanno dichiarato di essere presenti solo come cittadini e frequentatori del Poetto. In attesa della decisione del Comune, che su indicazione della commissione urbanistica ha deciso di chiedere il parere di un legale per tentare di trovare una soluzione che permetta di mantenere in piedi i manufatti fino al 31 dicembre 2013, i titolari delle concessioni, se nei prossimi giorni non arriveranno risposte positive, sembrano orientati a chiedere il dissequestro alla procura e smontare i manufatti in legno per non perdere la concessione demaniale. Non tutti però sono in grado di sostenere i costi e c'è comunque il rischio che alle porte della stagione estiva la spiaggia si possa trasformare in un nuovo cantiere. La manifestazione si conclude al Capolinea.