L’iniziativa nata su facebook è diventata un momento di riflessione sulla situazione desolante dell’arenile
di Stefano Ambu
CAGLIARI. Marcia di protesta al Poetto: una specie di via Crucis con tanto di fermate di riflessione per capire che cosa sta succedendo in riva al mare. C'è un po' di tutto: dai baretti aperti. A quelli, la stragrande maggioranza, chiusi e sotto sequestro. E c'è anche uno scheletro di un vecchio punto ristoro. All'iniziativa, "Manifestiamo il nostro malcontento, andiamo a berci una birretta ai chioschi", lanciata nelle scorse settimane su Facebook hanno partecipato decine di persone: tra loro molti fans della spiaggia dei centomila e anche diversi residenti. Proprio da questi arriva l'sos più accorato: «Non vogliamo che le attività restino chiuse – spiega Anna Paola Casu, del comitato Poetto ma anche titolare di un bed and breakfast – perché qui altrimenti tornano chiasso, disordine e criminalità. La musica: con gli operatori alla fine era stato trovato un accordo e ormai eravamo tutti contenti. E poi una domanda: i miei clienti dove devono andare a prendersi un gelato?». Giá i turisti: mentre la manifestazione sta per partire passa un bus scoperto carico di visitatori. Non si ferma, però. L'immagine simbolo invece è un'altra: mentre la passeggiata, iniziata all'Otium e diretta all'ultimo chioschetto cagliaritano, va avanti un gruppo di turisti è seduto sulle sedie di un baretto. Naturalmente chiuso. Loro, le birrette, senza sapere nulla della iniziativa, se le sono portate davvero: bevevano e prendevano il sole. «Abbiamo scelto il pomeriggio – spiega Davide D'Elia, organizzatore dell'iniziativa – perché questo era il momento preferito dei cagliaritani per prendersi un caffè davanti al mare. Nessuna polemica: non attacchiamo nessuno. Ma camminiamo, guardiamo e cerchiamo di capire che cosa sta succedendo». A un certo punto scatta anche l'applauso. Succede quando uno dei partecipanti tira fuori un cartello: «Vogliamo i baretti a Su Siccu, i ricciai a Is Arenas, il Cagliari che gioca al Poetto e la Giunta comunale che si riunisce allo stadio di Trieste». Una sorta di polemico riassunto delle principali vertenze degli ultimi tempi. Chioschetti: turismo, ma anche occupazione. «La scorsa estate – racconta Fabrizio Ruggeri, cantante della band Eldorado – abbiamo suonato almeno otto volte. Il Poetto, non solo per noi, è anche uno spazio che offre lavoro. Peccato, però, non vedere tanti altri musicisti a questa manifestazione». E in marcia c'è anche chi sul Poetto ha investito soldi, energie e speranze. «Una bella iniziativa – spiega Maurizio Marongiu, titolare del Twist bar, uno dei chioschetti sotto sequestro – smontare e rimontare i manufatti è una della ipotesi che stiamo prendendo in considerazione. Vorremmo anche procedere tutti insieme, ma alla fine la scelta sarà dei singoli e dipenderà anche dalla situazione economica: è un'operazione molto costosa». E sempre a proposito di persone che vogliono riprendersi la spiaggia oggi c'è un'altra iniziativa. A Giorgino, però, davanti all'ex istituto minorile: dalle 8.30 ci sarà la prima giornata di responsabilità civica e sociale denominata “Giorgino Day - Riprendiamoci i nostri tesori”. A due settimane dal blitz del consigliere comunale Paolo Casu e del senatore Luciano Uras le associazioni Cagliari solidale onlus, Angeli di Sardegna e un gruppo di giovani senegalesi saranno in spiaggia dalle 8.30 per ricordare che il litorale non è solo il Poetto. E che Giorgino è un tesoro da ritrovare .