Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Isola virtuosa, Cagliari arranca

Fonte: Sardegna Quotidiano
24 aprile 2013

RACCOLTA DIFFERENZIATA

 

Li chiamano comuni virtuosi e Cagliari non c’è. Il valoroso “Castello” stride in una Sardegna che tutta intera è tra le regine della raccolta differenziata. Quinta o sesta dopo un gruppetto di regioni del Nord, l’importante è non concentrarsi troppo nel capoluogo sardo perché man mano che i cassonetti scompaiono compaiono invece cumuletti che non sono certo discariche ma «improvvisati e sporadici luoghi con rifiuti ammassati senza logica », spiega il comandante della Forestale regionale Carlo Masnata. «Ovviamente è un fenomeno che riguarda più la periferia», al centro di Cagliari invece non si direbbe che i cittadini siano così allergici a separare piatti di plastica da resti organici, carta di salumi da carta di giornale, resti di carote da scatole di carote.

NON PER TUTTI GLI APPLAUSI Chiari sono invece i dati rivelati dalla Regione nel 2011 che vanno a premiare, tra i grandi agglomerati dell’Isola, i capoluoghi di Oristano e Nuoro. Con un paese come Capoterra che dal 2008 riesce a superare tutti per percentuale di raccolta differenziata. Con lei pure Sant’Antioco riesce a supeare il 67 per cento. E se i numeri danno un’idea, in questo caso, il premio civiltà di Oristano che differenzia per il 65,69 per cento e di Assemini che migliora di tre punti, non va a Cagliari, che si era impegnata nella differenziazione dal 2005 ma che 8 anni dopo si ferma a un misero 34,15 per cento, nonostante il 97% dei cittadini abbia dichiarato di essere disciplinato nel mettere su la raccolta. Che poi rispetto agli ultimi 20 anni la spazzatura di casa è raddoppiata e così diventa tutto più difficile. Ma peggio del capoluogo della regione c’è solo Olbia che si ferma a un 31 per cento per nulla glorioso.

ANCHE IL GETTITO È ALTO E come la bella città sul golfo anche Alghero, Sassari e Olbia fanno notare che oltre a mostrare una bassa percentuale di rifiuti differenziati c’è anche un alto gettito di rifiuti totali. Per ora tutto ciò che viene raccolto nell’Isola va a finire per un buon 36 per cento e più negli impianti di trattamento, il 16,1 nelle discariche e la maggior parte, il 47, è raccolta differenziata destinata al recupero, concetto che fino a dieci anni fa non esisteva. E questo puzzle tra comuni virtuosi o meno manifesta che siamo ancora lontani dal raggiungimento di una buona politica di raccolta e differenziazione dei rifiuti che purtroppo, trattandosi dei centri più popolosi della Sardegna, penalizza un po’ t utto il territorio. Intervengono fattori dovuti a migrazioni turistiche e similari, soprattutto in città come Alghero e Olbia, ma comunque c’è una dimostrazione che i rifiuti non sono adeguatamente trattati con un sistema di raccolta differenziata efficiente. Basterebbe mettersi d’accorso tutti sui criteri di differenziazione, ad esempio. Ma poiché i miglioramenti a livello comunale ci sono stati, si vuole segnalare anche l’ottimo e miglior risultato a livello regionale. Un esempio? Maracalagonis, con l’att ivazione della raccolta differenziata domiciliare è passata dall’8,5% del 2010 al 61,6% nel 2011. «Bisogna esaltare la differenziata che consiste in una migliore gestione di rifiuti», ha detto l’assessore all’ambiente della Regione Andrea Biancareddu che ieri aveva accanto a sé gli assessori delle province (tranne Nuoro che non ha aderito alla gara di cartone) più altri comuni sardi. «Con la differenziata mandiamo meno rifiuti in discarica - ha continuato BIancareddu - e grazie all’impregno dei comuni siamo riusciti a portare la Sardegna a un miglioramento importante, dal 34 al 47 per cento». Gli obiettivi? «Spero di andare oltre il cinquanta per cento ». Proprio per questo sarà necessa- I DATI La regione tra le prime cinque in Italia per la differenziata, i cittadini del capoluogo sono ancora poco disciplinati rio che comuni come Cagliari e soprattutto Cagliari facciano un passo aventi per iniziare la scalata della differenziata. «La Regione sta intervenendo sia attraverso interventi precettivi sia attraversi premi per i meritevoli ». Perché in fondo «virtuosi, piano piano lo stiamo diventando tutti», spiega l’assessore. Tornando a Cagliari i cittadini spesso si sono lamentati del servizio, dalla mancanza di eco-centri allascarsa attività di riciclo attuata dalle amministrazioni e la mancanza di regolarità nei controlli. Ma qualcuno chiede anche di aumentare la frequenza delle raccolte. In ogni caso, Cagliari per ora è bocciata. Virginia Saba

I CENTRI SMALTIMENTO A CAPOTERRA E VILLACIDRO

I comuni della provincia di Cagliari mandano la frazione indifferenziata dei rifiuti all’impianto del Cacip a Capoterra (circa l’82% del quantitativo totale) e la parte restante all’impianto di Villacidro. La quantità totale di rifiuti urbani prodotti nel 2011, espressa come somma di tutte le frazioni, è pari a 794.935,45 tonnellate (erano 825.125,45 t nel 2010). Di questa somma, sono destinate allo smaltimento 420.450,72 tonnellate. La produzione totale dei rifiuti urbani mostra, rispetto al 2010, un’evidente contrazione del 3,7 %. La provincia di Cagliari continua a essere la maggiore produttrice di rifiuti urbani totali (33,3%), seguita dalle province di Sassari (19,1%) e Olbia-Tempio (17,0%), mentre le province di Oristano (8,1%), Carbonia-Iglesias (7,4%) e Nuoro (7,4%) contribuiscono anche nel 2011 ciascuna in misura inferiore al 10% e le restanti province del Medio Campidano e Ogliastra mostrano ancora una produzione totale di rifiuti che contribuisce per il 5,2% e 2,5%, rispettivamente sul totale.