Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La rivolta dei mercati Sciopero unitario contro le bancarelle

Fonte: L'Unione Sarda
24 aprile 2013


La minaccia: il 6 e il 7 box chiusi
 

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Si estende a tutti i mercati civici lo sciopero del 6 e 7 maggio proclamato dagli operatori dei banconi di Sant'Elia. I concessionari incroceranno le braccia non solo nel borgo ma anche a San Benedetto, Santa Chiara, in via Quirra e a Is Bingias. Ad annunciare lo stato di agitazione è il neonato Comitato spontaneo dei mercati civici di Cagliari. Il 15 aprile si è svolta la riunione dei rappresentanti delle cinque strutture per discutere del proliferare dei mercatini a km zero della Coldiretti e del sempre più diffuso abusivismo: ambulanti non autorizzati che vendono agli angoli delle strade.
«Il resoconto della riunione è stato comunicato alle autorità competenti», spiega il gruppo. Lunedì prossimo è previsto un incontro, dalle 15, con l'assessore comunale alle Attività produttive, Barbara Argiolas, per affrontare la questione. Se il vertice non darà i frutti auspicati, il Comitato confermerà la serrata generale. Tutti i mercati civici al dettaglio chiuderanno i battenti per due giorni consecutivi e i titolari dei box daranno vita a una manifestazione di protesta congiunta, alla quale dovrebbe aderire una delegazione dei concessionari del mercato di Quartu.
I motivi. «È evidente che in un periodo di crisi, come quello attuale, agevolare il cittadino in un acquisto dove possa risparmiare qualcosa possa essere giusto, ma abbiamo riscontrato che molto spesso non si attua il necessario controllo sulle merci vendute, sia nei mercati dei produttori a km zero, che lungo le strade, dove gli abusivi vendono di tutto indisturbati». Il problema, spiega il Comitato, è che i prodotti che dovrebbero andare dal campo alla tavola dei cittadini «passano spesso dal mercato all'ingrosso, quindi non possono essere considerati a km zero. Siamo quindi del parere che questa valvola di sfogo venga a gravare esclusivamente sulle nostre tasche». Sulle spalle dei concessionari dei mercati civici e di tutte le altre attività commerciali cittadine del settore. «I cui titolari», spiegano, «per poter sopravvivere, si alzano ogni giorno alle quattro del mattino, senza però riuscire, in una settimana di lavoro, a tirar fuori quanto un abusivo ricava in un solo giorno». Questo perché, a differenza degli abusivi, i venditori regolari devono pagare l'affitto del box, la tassa sui rifiuti, l'acqua e la corrente elettrica.
Paolo Loche