Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Equipaggio tenuto in ostaggio dai cani randagi

Fonte: L'Unione Sarda
20 novembre 2008

via roma Allarme nel porto storico



La scorsa notte l'ultimo episodio, quello che ha fatto scattare l'allarme: l'equipaggio di un'imbarcazione attraccata nel porto storico della città scende dalla barca e viene accerchiato da quattro, forse cinque, cani randagi. Ringhiano. Si avvicinano minacciosi costringendo l'equipaggio a tornare a bordo. Passano una decina di minuti e i cani si allontanano lasciando via libera al gruppetto di persone che possono così uscire dal porto di via Roma.
L'ALLARME Non è la prima volta che i cani, nati e cresciuti all'interno dell'area portuale accuditi e cibati, sembra, anche da alcuni lavoratori del porto, danno fastidio a equipaggi e passeggeri che arrivano nello scalo marittimo cagliaritano. «Conosciamo il problema», spiega Pietro Gaviati, responsabile della sicurezza dell'Autorità portuale, «e per questo abbiamo informato la Asl 8. Fino a quando non davano fastidio e restavano in zone non frequentate la situazione era tollerata e tollerabile. Ora è giunto il momento di intervenire». Già nei prossimi giorni gli accalappiacani della Asl 8 potrebbero cercare di catturare i randagi.
IL PROBLEMA Da una stima dell'ufficio dell'area veterinaria della Asl, guidata da Giuseppe Sedda, i cani randagi nel territorio di competenza dell'azienda sanitaria sarebbero alcune migliaia. «La fetta più consistente», spiega Sedda, «vive in città. Il motivo è semplice: il randagismo quasi sempre viene alimentato dagli esseri umani che danno da mangiare ai cani randagi che crescono dove trovano cibo». L'altro fenomeno che aumenta il numero di cani vagabondi è l'abbandono: «Esistono alcune zone», continua il responsabile dell'area veterinaria, «dove i cani randagi si moltiplicano. A Cagliari per esempio questo avviene a Calamosca e nelle vicinanze di via San Paolo. Il nostro servizio può anche catturare tutti i randagi e portarli in canile che nel giro di qualche mese verranno sostituiti da altri cani. La gente li abbandona lì proprio perché sa che qualcuno baderà a loro dandogli da mangiare». La stessa cosa è avvenuta all'interno dell'area portuale: il gruppo di randagi è stato cresciuto dagli stessi dipendenti del porto che non gli facevano mancare il cibo.
I RIMEDI Per cercare di contrastare il fenomeno la Asl 8 punta all'anagrafe canina e a una precisa informazione. «Potendo risalire al padrone», evidenzia Sedda, «è difficile che uno abbandoni il proprio cane, anche perché viene multato. I randagi che recuperiamo infatti solo nel 30 per cento dei casi è registrato all'anagrafe. C'è poi l'aspetto educativo: molte volte i genitori cedono alle richieste dei figli comprandogli un cane che dopo qualche mese è diventato un peso da scaricare e abbandonare da qualche parte». (m. v.)

20/11/2008