Poetto
MAREMOTO Confermata la revoca della concessione ai danni del chiosco bianco. Sanna e Porcu spronano Zedda: si attivino le procedure della legge regionale. Il Sib: la politica arriva tardi
Le acque al Poetto sono sempre più agitate. Il Comune incassa l’ok del Tar che mina alla base l’Emerson, ma anche le critiche del Pd che mette fretta sulla salva-baretti, che il sindacato balneari reputa tardiva. L’EMERSON A RISCHIO Il più grande chiosco del litorale cagliaritano ha vinto numerose battaglie legali, ma ieri ha incassato una sconfitta. Il Tar ha dato ragione al Comune che ha annullato la concessione edilizia del 2006 che aveva permesso la nascita del chiosco alla Quinta fermata. Con gli altri baretti prima smantellati, poi rimontati e ora sigillati l’Emerson è rimasto in piedi e aperto e tra i motivi considerati nella determinazione del Comune c’era anche quello del mancato rispetto del principio costituzionale di eguaglianza. Alessandro Murgia, titolare del grande chiosco bianco, ha presentato ricorso al Tar, ma stavolta i giudici di via Sassari hanno dato ragione al Comune, specificando anche che il manufatto «non presenta i caratteri della precarietà». Il caso finirà di sicuro al Consiglio di Stato, che dovrà dare un suo ulteriore giudizio.
PD: IL COMUNE SI ATTIVI I consiglieri regionali del Pd Gianvalerio Sanna e Chicco Porcu invitano il Comune ad applicare la salva-baretti. «È sufficiente attivare la procedura prevista dalla legge, per il periodo intercorrente fra adozione ed approvazione del Piano di Utilizzo dei Litorale (Pul), che valuta la possibilità di evitare lo smontaggio e rimontaggio delle strutture quando questo possa indurre un maggior danno paesaggistico ed ambientale all’arenile». Le diverse interpretazioni delle norme e le tensioni politiche hanno complicato la situazione già intricata della spiaggia dei centomila. La confusione, secondo Sanna e Porcu, ha creato non pochi problemi in questa vicenda. «La legge non sana abusi perché si riferisce a manufatti esistenti con regolari autorizzazioni e, soprattutto, non confonde la materia urbanistica con quella demaniale - spiegano -Ciò che sta nel demanio è sotto la giurisdizione dettata dal codice della navigazione e non dalle leggi urbanistiche, come sembrerebbe, invece, dedursi dalla lettura di alcune determinazioni comunali sui baretti». IL SINDACATO BALNEARI «Avevamo già denunciato a fine 2009 il grave pericolo in cui la Regione stava mettendo il comparto delle imprese balneari con la cessione della delega amministrativa ai Comuni senza averne prima formato le necessarie competenze e stabilito le risorse - commenta Alberto Bertolotti, presidente regionale del sindacato balneari - questo è il risultato a cui stiamo assistendo: uno dei pochi settori sani della economia della Sardegna gettato allo sbando. Cagliari sarà solo l'esempio più eclatante». Per il Sib la politica si è mossa tardi. «L’i ntempestività del provvedimento che segna la drammatica diversità di passo tra i tempi della politica e i tempi del mondo reale e delle necessità economiche dei nostri territori. Purtroppo, infatti, il provvedimento di sequestro dei giorni scorsi renderà piuttosto laboriosa una eventuale retroattività della norma sulle strutture sottoposte all’azione della magistratura » .
RETROMARCIA CONCESSIONI EDILIZIE CONCESSE NEL 2006 E ANNULLATE
Nel 2006, quando i chioschi del Poetto erano per buona parte abusivi, il Comune ha fatto sì che due nuove strutture fossero costruite a norma. Per i titolari di Emerson e Iguana arrivò la concessione edilizia e i nuovi chioschi furono stati costruiti su basi solide. Il contesto normativo su cui poggiano le due concessioni edilizie è contorto e discusso, ma i due chioschi sono usciti indenni dai vari tsunami giudiziari che si sono abbattuti sul Poetto. Ora il Comune ha deciso di annullare in autotutela la concessione edilizia all’Emerson, confermata dal Tar, e per l’Iguana si sta seguendo la stessa strada.
L’ATTESA DOPO LA PUBBLICAZIONE SUL BURAS LA PAROLA AL GIUDICE
L’attesa. Il Comune dopo aver ottenuto la collaborazione del Consiglio regionale ha ora in mano uno strumento, la leggina salva-baretti, che potrebbe servire a sbrogliare la situazione. Ma in Municipio non sono ancora convinti che la nuova norma metta al sicuro l’amministrazione comunale e permetta ai gestori di tenere i baretti sull’arenile. Il prossimo passo è la pubblicazione sul Buras con il testo che diventa legge a tutti gli effetti, poi saranno i concessionari a organizzarsi perché i baretti hanno ancora i sigilli e i gestori ptoranno a qul punto chiedere il dissequestro. Che è un provedimento separato dal processo per gli abusi.