È la quarta volta in dieci anni. E non si sa quale sarà la nuova sede
Aquilegia, in arrivo l'ordine di sfratto dall'ex Vetreria
Un malinconico arrivederci. Per Aquilegia, il più importante museo di storia naturale della Sardegna, da due anni “ospite” della Vetreria di Pirri, è in arrivo l'ordine di sfratto. Fossili, minerali, conchiglie, e un dinosauro di 8 metri, tremila reperti in tutto che raccontano l'evoluzione degli organismi viventi e dei loro ambienti, da 2,5 miliardi di anni fa, fino ai giorni nostri, dovranno trovare una nuova collocazione.
Lo ha deciso l'amministrazione che, nella riassegnazione dei centri comunali, ha destinato quell'area alla creazione di un Polo teatrale. È la quarta volta in dieci anni che Aquilegia è costretto a traslocare: dopo la nascita del museo, agli inizi del Duemila, ad Assemini, nel 2005 l'approdo alla scuola Riva di piazza Garibaldi, poi dal 2009 al liceo Artistico di piazza Dettori. «Adesso saremo costretti ad andar via un'altra volta», spiega il direttore del museo Luigi Sanciu. «Ogni volta ci comunicano il trasloco ma non ci indicano la nuova sede».
Non è un pacco postale Aquilegia, eppure è così che sembra essere considerato, nonostante sia universalmente riconosciuto come un patrimonio storico-culturale di inestimabile valore. Un museo che fa ricerca scientifica, organizza seminari (come il “giovedì della scienza”, un ciclo di incontri aperti a tutti), ha un rapporto di collaborazione con l'Università (con gli studenti tirocinanti). «Conosciamo perfettamente il valore socio-culturale di Aquilegia», spiega Francesca Ghirra, presidente della commissione Cultura. «Per questa ragione presenteremo un documento per chiedere a sindaco, Giunta, Provincia, Regione e università di sedersi attorno a un tavolo per individuare una soluzione». «Sia chiaro», sottolinea il direttore, «non chiediamo soldi, ma soltanto la possibilità di avere una sede stabile per poter organizzare e programmare l'attività».
Senza uno spazio sicuro, infatti, Aquilegia non può neanche partecipare a molti bandi che finanziano l'attività museale, perché l'avere una sede è richiesta come condizione di partecipazione.
C'è poi un'altra questione irrisolta: dal momento che né la vecchia né la nuova amministrazione comunale ha ancora riconosciuto lo “status museale”, Aquilegia è considerato alla stregua di un'associazione culturale. Ma ha necessità e bisogni ben diversi, come una sede in grado di ospitare tremila reperti. «Aquilegia dovrebbe diventare museo della città», afferma il presidente Paolo Stara. «Non rappresentiamo un costo per Cagliari, ma un'opportunità».
Mauro Madeddu