TRIBUNALE .
Sono cadute le accuse contro direttore dei servizi cimiteriali Antonio Maria Loi e i due custodi di San Michele, Sergio Cocco e Giuseppe Lecca. I tre erano finiti nel registro degli indagati per omissione di atti d’ufficio in relazione all’indagine aperta per fare luce sul perché la salma di Enrico Gola, ingegnere cagliaritano di 50 anni stroncato da un infarto lo scorso luglio, era stata lasciata per giorni in una sala non refrigerata del cimitero. La posizione dei tre indagati è stata archiviata dal gip Simone Nespoli, con un decreto depositato nei giorni scorsi, su richiesta del pm Marco Cocco che ha evidenziato: «Sono emerse evidenti carenze organizzative del servizio in questione. In particolare, quanto al periodo di osservazione della salma, mancava il personale specificatamente formato per condurla e per intervenire in caso di necessità, inoltre la sala autoptica non era dotata dei necessari supporti strumentali». Ma «tali carenze non possono addebitarsi al direttore del cimitero », Chicco Loi, appunto, (difeso dall’avvocato Valeria Aresti). Così non possono essere imputati Cocco e Lecca, che «erano incaricati della sola custodia dell’area». Gola morì la scorsa estate mentre si trovava sulla spiaggia di Costa Rei. Il corpo venne trasportato a San Michele dove rimase due giorni. La salma era però deperita velocemente a causa del gran caldo e la bara chiusa per motivi igienico sanitari senza l’ultimo saluto della famiglia a cui venne impedita la veglia funebre. M.B.