Ieri mattina lo sciopero. Ma per Arst e Ctm l'adesione è stata bassa
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Disagi anche in città, ieri, per lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale indetto dalla Usb-Privato. Lo stop si è avuto dalle 11 alle 15 per il Ctm, mentre il personale dell'Arst ha incrociato le braccia dalle 9,31 alle 13,29 e quello del settore metro dalle 9 alle 12,44. Per il resto della giornata i mezzi hanno viaggiato regolarmente. Al centro della protesta la richiesta di rinnovo del contratto scaduto da cinque anni. Le modalità dell'astensione dal servizio, per quanto riguarda il Ctm e secondo quanto comunicato da Usb-Privato e Fts-Css, hanno riguardato il personale viaggiante. Sull'esito dello sciopero si è registrata la consueta guerra di numeri tra aziende e sindacati. Per Luigi Melis (Usb Ctm) l'adesione è stata del 45%. «Un risultato positivo se si considera che le sigle impegnate erano due». Il direttore del Ctm, Ezio Castagna, ha invece comunicato che l'adesione sarebbe stata inferiore al 30%. «Per la precisione», ha fatto sapere l'azienda di viale Ciusa, «si sono fermati 48 autobus su 156». Situazione meno pesante del previsto sul fronte dell'Arst, come confermato anche dalla Usb. «Per quanto ci riguarda i disagi sono stati minimi», ha detto il direttore Carlo Poledrini. «Il motivo», ha replicato Melis, «è che sono pochi i dipendenti Arst che fanno capo alla nostra organizzazione».
Lo sciopero di ieri ha fatto seguito a una mobilitazione nazionale più ampia che il 22 marzo scorso coinvolse ben cinque sigle, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl e Faisa Cisal. L'annosa vertenza per il rinnovo del contratto si sta inasprendo, insomma, e si temono ulteriori stop che minacciano di creare non pochi imbarazzi agli habituè dei mezzi pubblici. Si protesta anche contro il ventilato smantellamento del trasporto pubblico locale con ripercussioni su dipendenti e cittadini e per un rilancio complessivo dei collegamenti. «Ctm e Arst», conclude Luigi Melis, «vantano crediti importanti nei confronti della Regione. Ci auguriamo che tali risorse siano presto sbloccate». «Con un contratto nazionale scaduto ormai da cinque anni», si legge sul sito della Usb, «in assenza di un piano di mobilità, senza prospettive di indirizzo e nel disprezzo delle normative sulla sicurezza, si continuano a sprecare milioni di euro». (p.l.)