Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Domenica di desolazione al Poetto la città va verso l’addio ai chioschi

Fonte: Sardegna Quotidiano
8 aprile 2013

IN SPIAGGIA DOPO IL SEQUESTRO

 

Il senso di una domenica al Poetto della nuova sta tutto in una frase detta tra due coppie di amici, ieri, quando la fame ha iniziato a farsi sentire: «Dai che andiamo a pranzo da McDonald’s alle Vele». In spiaggia, ormai, tutti sanno che non si può mangiare. Anche se non è proprio così. Quasi tutti i chioschi sono circondati dal nastro bianco e rosso della Guardia costiera che segnala il sequestro scattato sabato mattina: un provvedimento sollecitato dalla Procura che indaga sulle strutture abusive che sorgono sull’arenile. Quasi tutti i baretti (quindici) hanno subito lo stesso destino: perché l'Emerson e l’Iguana (gli unici con la concessione edilizia, ottenuta dal Comune nel 2006), nonostante l'iter avviato dal municipio sono ancora in piedi e aperti al pubblico. Ma in pochi lo sanno e gli affari non sono andati a gonfie vele. La situazione per i gestori dei chioschi sotto sequestro è sempre più critica e il peggio, per loro, non è arrivato con la condanna per abusi edilizi inflitta a causa di allargamenti esorbitanti attuati con le vecchie strutture. Con le nuove pensavano di aver messo tutto a posto. Invece no. Sulla base delle autorizzazioni rilasciate dal Comune avrebbero dovuto smantellare le strutture provvisorie dopo il 31 ottobre, ma nonostante i solleciti quasi tutti sono rimasti in piedi. Nel frattempo è scoppiato lo scontro tra istituzioni sulle diverse strade da percorrere per salvare i baretti e, quando finalmente sembrava di essere a un passo dalla soluzione, è scattato un sequestro che mette a rischio non solo la permanenza delle strutture sull'arenile, ma anche le stesse concessioni in mano ai titolari.

Titoli che sono sempre stati nel mirino di imprenditori che vorrebbero investire nel Poetto, ma tagliati fuori dalle concessioni in atto. Il prossimo passo sarà l'obbligo di demolizione che il Comune dovrà far eseguire e il tentativo di salvare il Poetto per la bella stagione sembra ormai destinato a fallire. C’è chi confida ancora nella legge regionale, la “salva- chioschi ”, appunto, che dovrebe essere discussa domani in consiglio regionale. Un provvedimento che rischia di essere tardivo ma, c’è da scommetterci, almeno alimenterà un acceso dibattito su cosa è giusto fare nelle spiaggia di Cagliari ma anche su quelle dei 72 comuni costieri dell’intera Sardegna. A mettere carne al fuoco ci pensa il consigliere comunale del Pd Francesco Ballero, che vuole lanciare una discussione postando sul suo profilo Facebook l’articolo 7 del “regola - mento del litorale del Poetto di Cagliari”, adottato con delibera comunale nel 1999. C’è scritto: «L’esercizio delle attività destinate alla vendita di alimenti, bevande, giornali etc. è consentito nel 12 mesi dell’anno». È un regolamento come questo che a Quartu, basta superare un confine comunale, rende possibile la permanenza dei chioschi, che non hanno mai avuto nessun problema. L’asses - sore all’Urbanistica Paolo Frau, già messo di fronte al problema, ha replicato: «Quel regolamento non salva la situazione». Ballero però attacca: «i può anche sostenere che non debba essere applicato ma bisogna dire il perchè. In tutti i provvedimenti che ho visto del Comune o della procura nessuno vi fanno riferimento. Dicono che non vale perché non è stato approvato come piano particolareggiato con doppia votazione ma allora ditemi perche la legge regionale 23 dell’85 non lo dice perché il regolamento approva anziché adotta ed infine perché è stato applicato dagli uffici del comune di Cagliari fino al 2009».

DOMANI LA SALVABARETTI ARRIVA IN CONSIGLIO Domani è all’ordine del giorno in consiglio regionale il dibattito sulla legge cosiddetta “salva- baretti ”. Un provvedimento nel quale tutti (politica che si è avvitata sulla sabbia, titolari dei baretti e fruitori della spiaggia) confidavano, che rischia di essere vanificato dall’intervento anticipato della magistratura. E adesso sui baretti si allunga l’ombra delle ruspe. Di nuovo.

ZEDDA RESTA POLEMICO: INTERFERENZE ESTERNE Il sindaco Massimo Zedda, quando sabato ha appreso la notizia del sequestro delle quindici strutture da parte della Procura, dopo aver ribadito il suo impegno per cercare di trovare una soluzione, non ha rinunciato a una polemica con la Regione: ha parlato di interferenze che hanno generato confusione, quando, sostiene, sarebbe bastato smontare e riavere le concessioni dopo 45 giorni.