Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Spuntano i ladri di cassonetti, gli strani furti dei portarifiuti

Fonte: L'Unione Sarda
4 aprile 2013


Nel mirino i contenitori dell'organico. Leo: «Difficile cambiarli»


I cassonetti dell'umido organico? Vanno a ruba, letteralmente. È da un mese almeno che alcune pattumiere marroni sono sparite dalla circolazione un po' ovunque: una decina quelle segnalate agli uffici comunali dal 5 marzo a oggi, ma a quanto pare il numero sarebbe in costante crescita. Con buona pace dei residenti costretti a fare lunghe camminate coi sacchetti in mano o addirittura prendere l'auto per via delle distanze troppo elevate.
Così Stefania Piras, residente in via Garigliano, a Sant'Avendrace: «Un anno fa il Comune ci tolse il cassonetto del secco, giustificando il gesto col cattivo utilizzo da parte dei venditori ambulanti al mercatino della domenica. Poi ce lo restituì, ma non ci ha mai sistemato quelli per carta, plastica e vetro, costringendoci ad andare in via Simeto o in viale Sant'Avendrace. Ora senza neppure quello dell'umido è un incubo». Sì perché nel frattempo la grande pattumiera è sparita anche da via Simeto, come da via Po. «Così dobbiamo buttare la spazzatura nelle strade più frequentate da prostitute e clienti, con le conseguenze facilmente intuibili». Vero è che in via Garigliano risiedono in tutto cinque famiglie, per un totale di circa venti persone (la strada è per lo più a vocazione commerciale-industriale), «ma anche noi paghiamo le tasse come chi abita in centro, e vorremmo poter beneficiare del servizio. O dobbiamo smettere di fare la raccolta differenziata?».
Di difficile attuazione sarebbe anche in via San Saturnino dove, esattamente come in via Garigliano, sono assenti i cassonetti per la raccolta di vetro, plastica e carta. «Per differenziare», racconta Fabiano Serras, «siamo costretti ad arrivare fino a piazza Tristani. Forse perché i camion non riescono a passare in queste strade strette».
Quanto alla sparizione dei contenitori marroni, l'assessore alla Nettezza urbana Pierluigi Leo non si stupisce: ormai fa i conti con queste “sottrazioni” da molti mesi: «I cassonetti in plastica sono spesso attenzione di furti», spiega, «o di atti vandalici come incendi ed esplosioni con petardi». E a quanto pare il rimpiazzo di nuovi non sarebbe così immediato, «perché non vengono costruiti in Sardegna. Ci vuole un po' di tempo per farli arrivare». Quanto? Un mese almeno perché vengano risistemati nelle vie. Sperando poi nella clemenza dei teppistelli.
Michela Seu