Rassegna Stampa

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Grandi manovre al porto canale: la Camera di Commercio punta alla Zona franca

Fonte: web cagliaripad.it
2 aprile 2013


Cagliari
1 Aprile 2013 ore 18:45
 

L’ente del largo Carlo Felice guarda con interesse allo scalo di Macchiareddu. L’ipotesi in ballo è quella di impiegare parte del ricavato della vendita delle quote dello scalo di Elmas nella Free zone, mai decollata a causa del braccio di ferro tra
Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it
 

A Cagliari la Zona Franca c’è già. Ed è l’unica in Sardegna in grado di decollare subito. Attualmente è congelata. Questo perché la società di gestione (la “Cagliari Free Zone Società Consortile per Azioni”) risulta di proprietà in eguale misura di due soci (Autorità portuale e Cacip) che non riescono a mettersi d’accordo. E così l’area, (in attesa di un piano operativo e degli indirizzi) non produce gli effetti sperati e spreca tempo prezioso, rischiando di perdere importanti occasioni di sviluppo.

E ora interviene la Camera di Commercio: l’idea è quella di investire (magari sfruttando la prossima cessione delle quote Sogaer) per entrare nella Free zone e rilanciarla. La Camera ci sta lavorando. E qualche settimana fa ha incontrato Massimo Deiana, docente di Diritto della navigazione, per avere qualche suggerimento di natura tecnica sull’operazione.

L’ostacolo. La zona franca potrebbe permettere alle grandi compagnie di navigazione extra Ue di sbarcare a Macchiareddu senza pagare dazi doganali e smistare le merci, magari dopo averle assemblate (o rimaneggiate) nei grandi spazi che si aprono proprio alle spalle del porto. Cosa blocca il decollo dell’area? La società “Cagliari Free Zone Società Consortile per Azioni”, deputata alla gestione della Zona Franca, è nata (nel febbraio 2000) sotto i peggiori auspici, avendo due soli soci (Autorità Portuale e Cacip) di pari quota ma con diversi interessi. Questo perché l’Autorità Portuale opera come istituzione, mentre il Cacip ha una vocazione imprenditoriale e, stretta in questa morse, nel concreto, la società, non ha mai potuto operare.

La soluzione. Deiana valuta favorevolmente la volontà di cedere parte delle quote (sono interessati ad acquisire quote sociali della Free zone la Camera ci Commercio, che potrebbe così investire il denaro in arrivo con la cessione delle quote di Sogaer, il Comune di Cagliari e la Regione Sardegna) per permettere l’ingresso ad altri soggetti. Un fatto positivo, sia dal punto di vista dell’operatività della società, sia per quanto attiene il reperimento di risorse economiche, necessari per coprire i costi della recinzione (a norma doganale) delle aree interessate. L’esperto suggerisce poi l’attivazione della Zona Franca su una porzione ridotta del territorio, sfruttando, per quanto possibile, le recinzioni già realizzate dalla Cict (il gestore del porto industriale) sino a ottenere un tassello chiuso. Successivamente, una volta resa operativa la Zona Franca, potranno esservi aggiunte ulteriori aree all’interno del perimetro autorizzato, stabilendo, qualora occorrano risorse economiche, che siano i concessionari ad anticipare i relativi costi, che saranno successivamente decurtati dal canone concessorio, come prevede la normativa vigente.

Occorre, però, al fine di presentare ai potenziali concessionari una realtà appetibile in termini di business, che sia chiaro, dal punto di vista economico, i vantaggi che esistono ad operare in Zona Franca, a Cagliari, con un sufficiente grado di precisione. Oggi, infatti, l’unica cosa assodata è la sussistenza di una convenienza economica in termini generici, cosa che per la realizzazione di un progetto imprenditoriale di una certa rilevanza, per il quale, cioè, siano necessari consistenti investimenti, non è sufficiente.

L’analisi dei traffici. Secondo Deiana è indispensabile un accurato studio dei traffici commerciali in funzione attualmente nel porto canale. L’obiettivo è quello di individuare (anche attraverso la Cict o l’Autorità Portuale), quantità, qualità, provenienza e destinazione delle merci che transitano per Cagliari e di analizzare tali dati in maniera da poter predisporre delle tabelle, da mettere a disposizione dei potenziali concessionari, che possano agevolarli nelle valutazioni di convenienza economica ad operare in regime di Zona Franca. Un lavoro, che sempre per docente universitario, rientra a pieno titolo tra le competenze della Camera di Commercio e sarebbe utilissimo per sensibilizzare gli operatori economici sull’argomento, per pubblicizzare in modo efficace il territorio della Zona Franca di Cagliari e far si che ogni potenziale concessionario riesca a valutare la propria convenienza economica a operare in Zona Franca.

La difficoltà a questo punto consisterebbe nella riservatezza delle informazioni da trattare (si dovrebbero acquisire e analizzare, in particolare, le bolle di carico e scarico delle diverse merci in transito) per acquisire tutti i dati. Ma secondo alcuni consiglieri del largo Carlo Felice, la Camera, in qualità di Ente Pubblico, potrebbe superare facilmente tali ostacoli. E l’idea è quella di interessare subito la Camera in tal senso.