Erp
LAVORI PUBBLICI In tanti si rivolgono al call center, ma solo nel 40 per cento dei casi scatta l’intervento per i guasti
Perdite idriche, fogne intasate e porte da cambiare. Negli alloggi Erp del Comune, quando va bene, sono queste le richieste degli inquilini. Ma ci sono anche situazioni molto più gravi: scariche elettriche continue nelle stanze - è c’è il caso di un bambino folgorato da 110 volt mentre si lava - impianti della luce poco più che rattoppati, infiltrazioni d’acqua e interi appartamenti allagati. Ancora: porte sfondate e mai cambiate e soffitti a rischio crollo. È la sintesi delle richieste fatte dalle 272 persone che negli ultimi sei mesi si sono rivolte al call center dei Lavori pubblici, aperto a settembre dopo la proposta di Claudio Cugusi (Pd) e Gianni Chessa (Udc). Le chiamate, in realtà, sono molte di più: sono tante le persone che chiamano più di una volta. Addirittura quattro o cinque volte al giorno, come si legge nelle carte stilate dagli uffici dei Lavori pubblici. Solo nel 40 per cento dei casi il lavoro è stato eseguito. Tutti gli altri “allarmi” lanciati da chi abita nelle case comunali restano, almeno fino a oggi, lettera morta. «C’è ancora tanto da fare, era importante partire. Il call center è previsto fino a dicembre, chiederò con forza che venga prorogato e rafforzato - dice Luisa Anna Marras, assessore ai Lavori pubblici - faremo compilare un questionario di gradimento per i lavori svolti. Sul versante economico, ci muoviamo tra risorse scarse e siamo in attesa di sapere quanti soldi avremo dal prossimo bilancio di previsione, così potremo programmare». Il suo dirigente, Mario Mossa, spiega che «al quaranta per cento di manutenzioni vanno uniti anche i tempi di intervento, dimezzati». Le situazioni fatiscenti delle case popolari scatena no, a sinistra e a destra, le reazioni dei consiglieri che ben conoscono i quartieri periferici. Voce alta di Marisa Depau (Sel): «Alcuni quartieri sono scoperti, il call center è inutile. I lavori, spesso, sono fatti malissimo», dice mentre abbandona infuriata i lavori della commissione. Molto netto anche l’intervento del capogruppo Udc, Gianni Chessa: «Vanno decisamente aumentate le risorse previste per gli interventi sugli alloggi popolari, lo chiedo con forza altrimenti non cambierà mai nulla». Una proposta arriva da Claudio Cugusi, presidente della commissione Patrimonio, che chiede e ottiene un incontro congiunto con quella dei Lavori pubblici per giovedì prossimo, e suggerisce «un registro comunale per le imprese che vogliono eseguire i lavori, scelte poi dall’as - sessorato sulla base dei prezzi proposti. A lavoro finito è il Patrimonio che paga il lavoro alla ditta e non l’inqui - lino, che spesso attende i denari dal Comune. Tecnicamente è una cessione di crediti, così ci sarebbe celerità e utilità negli interventi. È in corso la vendita di alcuni nostri immobili, una parte dell’incasso può servire per far molto per le case Erp». P. R.