San Michele
Il
Un polmone verde di quattro ettari, la macchia mediterranea che si perde ai piedi del colle di San Michele tra i profumi di mirto e oleandri, un percorso di piacere tra gli ulivi vecchi trent’anni, potenziale slalom di bimbi e mamme in passeggino, se solo non ci fosse poi la macchia vera. Che non è la rugiada di primavera ma lattine d’olio, televisori, gomme, materassi, cappe aspiranti, cassette in plastica, una casa abbandonata, lo scheletro di un edificio, persino un’auto bruciata che il proprietario starebbe ancora cercando. Il parco realizzato una quindicina di anni fa oggi è solo una discarica ed è tra l’ospedale Brotzu e il Microcitemico che ha l’impianto di areazione a stretto contatto con tutta l’immondezza che gli abitanti di chissà dove amano lasciar marcire, o meglio, non marcire, perché di biodegradibile non c’è nulla. «Quattro ettari di verde in una posizione bellissima della città abbandonati», ha commentato il consigliere comunale Paolo Casu (Psd’Az). «Intollerabile non fare nulla, ci sono 15 ragazzi in mobilità che fanno i giardinieri disposti a ripulire tutto». Ci sono ancora le panchine e i lampioni. «Non l’impianto di irragazione, sarà costato più o meno 60 mila euro e adesso i tubi sono stati sradicati». Rubata ogni traccia di risorsa riutilizzabile. «La notte questo si trasforma in un luogo pericoloso, la luce non arriva, c’è un’auto rubata, dalla targa si può risalire al proprietario. Ho presentato i miei esposti ovunque affinché si faccia qualcosa », ha dichiarato Casu. Che ha un timore. «Che quest’area venga recintata perché pericolosa e non venga invece ripulita, sarebbe intollerabile rinunciare a questi ettari di verde » . Vi.Sa.