Rassegna Stampa

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Amnesie sui litorali, Cagliari e Villasimius rischiano il commissariamento

Fonte: web Castedduonline.it
29 marzo 2013

    Concessioni demaniali in bilico

di
Maurizio Bistrusso

Venerdì 29 Marzo 2013 | 01:15

Litorali, Cagliari e Villasimius non concedono la proroga delle concessioni demaniali al 2020 e potrebbero essere “commissariati”. A sollecitare la nomina di un Commissario ad acta ci hanno pensato gli imprenditori balneari che operano nel capoluogo e nella rinomata località turistica della costa sud orientale della Sardegna con un esposto alla Regione nel quale chiedono l’applicazione del decreto mille proroghe che rinviava le concessioni demaniali fino al 2015 e il decreto  Salva Italia che di fatto ha portato la data di scadenza che sancisce il diritto di superficie fino al 2020. In Sardegna hanno applicato la norma nazionale 72 comuni. Mancano all’appello Cagliari e Villasimius. ”Il commissario non è stato ancora nominato – dice Gianluigi Molinari, coordinatore regionale del sindacato dei balneari FIBA- Confesercenti – la regione ha avviato la procedura e ha 60 giorni per ottemperare alla richiesta degli operatori dalla data di notifica. La prossima settimana l’assessore agli Enti Locali della regione, Nicola Rassu, se i comuni nel frattempo non ottempereranno alla proroga, nominerà il commissario che avrà il compito di sostituirsi ai dirigenti e al sindaco delle amministrazioni comunali interessate per applicare le leggi nazionali e rinnovare le concessioni demaniali ai titolari delle attività che operano nei litorali interessati”. Attualmente i titolari delle concessioni demaniali non hanno il titolo concessorio e nessun documento in mano che attesti il diritto di superficie. Una situazione che crea confusione e di fatto mette a rischio la gestione delle  attività balneari e si collega con la precarietà  dei baretti del lungomare cagliaritano del Poetto che rischiano di essere demoliti .”Sui chioschi del Poetto mi sono  sempre scontrato con gli uffici tecnici del comune di Cagliari – spiega Molinari - mi sono sempre occupato dell’aspetto tecnico, economico e commerciale ed è impensabile che non vengano applicate le norme nazionali  e il comune di Cagliari non abbia recepito le linee guida 5/1/ 2013 emanate dalla regione sull’utilizzo dei litorali previsto fino al 2020. Non si capisce come si possa pensare che i manufatti costruiti su palafitte e con materiali lignei possano essere considerati fissi e non temporanei e generare cubature in zona H. L’unità di misura della temporaneità non la conosce nessuno e l’affermazione in cui si dice che i baretti costituiscono nuove volumetrie è priva di fondamento ed è una forzatura politica che si contrappone con le strutture turistico /ricreative che di urbanistico non hanno nulla”. Ora tutte le speranze dei gestori dei baretti sono riposte nell’intervento della regione che nelle prossime ore dovrebbe inserire due nuovi articoli nelle linee guida e una cosiddetta “leggina”, con un solo articolo, che rafforza il decreto Rassu e stabilisce regole certe e ne impone l’applicazione ai comuni.”Se non si trovasse una soluzione per i baretti del Poetto –conclude Molinari – si rischierebbe un effetto domino in tutta la Sardegna e sarebbero 72 i comuni che in questo caso dovrebbero demolire tutte le attività che operano nelle spiagge e nei litorali. Una soluzione davvero impensabile e fuori da ogni logica. I titolari dei chioschi si sono fidati e dopo l’approvazione del Pul in consiglio comunale pensavano di aver risolto i loro problemi. Non ci possono essere prescrizioni temporanee per il nulla osta paesaggistico e ne consegue che senza l’applicazione delle linee guida regionale per il Pul, i tempi si allungano e non arriveranno di conseguenza le autorizzazioni urbanistiche. Le strutture fisse che formano volumetrie sono quelle in cemento e di difficile rimozione e in ogni caso tutto tranne che il legno”.