Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A Calamosca 50 carri armati

Fonte: L'Unione Sarda
29 marzo 2013


I cingolati parcheggiati a cento metri dalla spiaggia immortalati dalle foto satellitari
 

Zedda: «Trasformare l'area in polo turistico e ricettivo»
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Sono più di cinquanta, tutti allineati, pronti all'uso. Nei piazzali della caserma Monfenera, tra viale Poetto e viale Calamosca, ci sono anche i carri armati. Il 151° reggimento della Brigata Sassari li usa spesso per le esercitazioni, sono gli stessi che vengono impiegati nelle zone di guerra. Ma a differenza degli addestramenti dei soldati, che si tengono in allenamento marciando con il fucile in spalla spingendosi fino alla spiaggia pubblica di Calamosca, le manovre di guerra con i mezzi blindati ormai si svolgono solo a Teulada e negli altri poligoni militari della Sardegna. Il colle che si sviluppa dietro la Sella del Diavolo però ha ospitato fino a poco tempo fa - le ultime testimonianze sono del 2011 - le esercitazioni coi carri armati.
LE FOTO Nascosti dai muri alti e dal filo spinato, i cingolati non si vedono dalla strada che costeggia i piazzali della caserma. Ma le foto satellitari di Google immortalano una cinquantina di carri, più altri mezzi blindati. A duecento metri in linea d'aria dalla chiesetta di San Bartolomeo, e qualche centinaio in più dalla spiaggia. Una lingua di sabbia frequentata quasi tutto l'anno. «I militari devono poter fare le proprie esercitazioni ma non a Calamosca, soprattutto non nella spiaggia», dice il senatore del Pd Francesco Sanna. «L'Isola è piena di servitù, le aree non mancano. Quella zona invece deve essere destinata al turismo, è inconcepibile che sul litorale, in qualsiasi stagione, ci si possa trovare di fronte a un battaglione con tute mimetiche e fucili». Sanna preannuncia anche il suo impegno sotto un altro profilo: «A Calamosca chiuderà presto il Centro di selezione per gli arruolamenti. Questo penalizzerà migliaia di sardi, che saranno costretti a sostenere costose trasferte. Il centro deve rimanere nell'Isola. Magari non a Calamosca, ma la sede sarda deve essere conservata».
STUPORE Anche il senatore del Pdl e ex sindaco Emilio Floris è stupito dalle esercitazioni militari sulla spiaggia: «Premetto che la Brigata Sassari per me è sacra. Ma serve una disciplina per impedire che certe aree, con un indubbio valore turistico, siano sfruttate con queste finalità». Tutto il promontorio è interessato da un programma di dismissione che ancora non è stato portato a termine: l'ex carcere militare, la caserma Ederle e gli alloggi degli ufficiali dovrebbero diventare di proprietà regionale e poi (forse) comunale. «La Regione deve proseguire il discorso già iniziato con il ministero. Una cosa è certa: se si riuscirà a concludere positivamente il processo di dismissione, bisognerà programmare con equilibrio il futuro della zona. Anche perché», ricorda Floris, «per ora l'unico esempio è quello della Maddalena, non tanto fortunato».
IL SINDACO Le idee del sindaco Massimo Zedda sull'area di Calamosca sono quelle già espresse in passato: «Qualcuno pensava di costruire gli alberghi in riva al mare al Poetto, invece io credo che le strutture ricettive possano essere realizzate sfruttando le cubature degli edifici militari in via di dismissione, proprio in quell'area. Calamosca può diventare uno dei poli turistici e ricettivi della città».
Da tempo la caserma Ederle viene indicata come possibile futuro albergo. Eppure dal 2006, quando si cominciò a parlare di dismissioni, a oggi, nulla è cambiato. L'accordo sottoscritto da Regione, Difesa e Demanio non è mai stato rispettato.
Michele Ruffi