Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

La casa? Sì ma da soli gli asiatici triplicati in dieci anni

Fonte: Sardegna Quotidiano
28 marzo 2013

Censimento

 

I DATI Sempre meno figli, i cagliaritani divorziano di più e chi resiste vive a Mulinu Becciu. La media d’età più alta al Quartiere Europeo, al Cep boom di casalinghe. “Secchioni ” a Monreale

Una tavola rotonda tra il comune di Cagliari, l’Istat, l’università e la prefettura. Con un censimento in mano che descriva il cambiamento della città tra il 1991 e il 2011 si può operare meglio. Non si potrebbe fare granché con l’aumento dei separati e divorziati se non migliorare ancora i corsi prematrimoniali. Perché le crescita di coppie che si lasciano nei dieci anni presi in considerazione è cresciuta del due per cento circa. Decisamente legato a questo fenomeno cagliaritano che rispecchia un po’ lo stato italiano in generale, c’è che la maggior parte delle famiglie della città sono formate da un solo componente. In pratica “meglio soli” che accoppiati, soprattutto nella tranquillità di Castello e tra il fascino della Marina. Peggio ancora se si parla di figli, qui e percentuali crollano. Cagliari è una città di tenaci, apparenti o quasi single. Coprono il 36,87 per cento della popolazione attuale in confronto al 19 circa del 1991. Ma sono anche cresciute le coppie, dal 20 al 27, ma preferiscono andare a vivere a Mulinu Becciu. Le famiglie numerose resistono solo a Sant’Elia. In compenso sono triplicati i laureati, aumentati i diplomati e quindi calati i cagliaritani con la sola licenza media (26,12 per cento). Il cambiamento della popolazione più evidente? È triplicata quella asiatica, da un 15,6 per cento del 2011 è passata al 49,11. La maggior parte di loro vive nei quartieri di Villanova e del Cep. Diminuiti invece gli africani (Terramaini) che dodici anni fa costituivano insieme la fetta più grossa di stranieri. Ma quanti anni ha Cagliari di media? I suoi abitanti viaggiano sui 47 anni, più “vecchie ” le donne, 49 anni in confronto agli uomini 45. Il quartiere più anziano è il Quartiere Europeo, quello più “fresco” Is Corrias. Ma negli ultimi anni è raddoppiato anche il numero dei pensionati (tanti a Monte Mixi pochi a Sant ’Elia), dal 12 per cento a quasi il 24 mentre è diminuito il tasso della disoccupazione dal 24,53 al 17,54 per cento. Le casalinghe sono concentrate soprattutto al Cep (17%) mentre Monreale vince per numero degli occupati. Il luogo della città in cui c’è più richiesta di lavoro è Nuovo Borgo Sant’Elia. Ma il maggior tasso di discoccupazione giovanile si registra invece a La Palma. Gli analfabeti sono presenti in percentuale bassa, l’1,02 per cento con i dati più alti a La Marina e al Cep. A Sant’Elia, Is Mirrionis e San Michele invece si fa in fretta a finire gli studi, una media di 8 anni massimo. Vi.Sa

L’ISOLA ENTRO IL 2035 POTREBBE SVUOTARSI

Secondo gli studi dell’Universi - tà di Cagliari della dottoressa Margherita Sabrina Perra in collaborazione con l’Istat, la Sardegna è destinata a morire, almeno nel suo cuore. Considerando l’evoluzione della sua struttura demografica è sempre più marcato lo svuotamento del centro a favore di una presenza maggiore di popolazione nelle coste. Il dato più importante è a Nuoro, dove le giovani donne sono sempre meno. Nel 2035, continuando di questo passo, il processo potrebbe completarsi. Con 1.639.362 abitanti presenta zone “vuote ” nel - l’Ogliastra, la provincia meno popolata. Il 33% dei sardi risiedono a Cagliari, il 20 Sassari. Sono 377 i comuni che non superano i mille abitanti, un buon 30 per cento. La popolazione straniera tra il 1991 e il 2011 è triplicata ed è concentrata tra Cagliari e Olbia-Tempio.