Poetto
La legge salva-chioschi sembrava cosa fatta. Sembrava: l’iter della norma, presentata come lo scudo dei baretti contro le ruspe, è sospeso in consiglio regionale. L’aula non poteva normare, in solitario e senza concertazione col ministero, nell’ambito paesistico. Si rischiava il pastrocchio di leggi, nonostante l’accordo di tutti gli schieramenti. E meno male che qualcuno se n’è accorto, anche se solo ieri mattina. Per tentare di salvare le strutture del Poetto ora si tenta la strada della modifica alle linee guida del Pul (piano utilizzo dei litorali), di competenza dell’assessore regionale all’Urbanistica Nicola Rassu. Sarà ribadito quanto già sancito dalla Regione con un decreto di febbraio: le strutture possono restare in piedi fino al 31 dicembre del 2013, data ultima per l’ap - provazione definitiva del Pul votato dal consiglio comunale a ottobre, che deve passare al vaglio degli uffici regionali e tornare a palazzo Bacaredda. Basterà questa modifica delle linee guida per mettere fine a una vicenda sempre più grottesca? In Regione ne sono certi, al Comune un po’ meno. Resterebbero aperti due grossi problemi. Il primo: i tempi. Il nuovo provvedimento non sarà varato prima della settimana prossima.
E la Procura, che ha aperto un fascicolo contro tutti i titolari dei chioschi rimasti in piedi senza autorizzazione, potrebbe arrivare prima e disporre il sequestro: un rischio che si fa sempre più concreto ogni giorno che passa. L’altro nodo, quello che spinge il Comune a ripetere il mantra delle demolizioni necessarie, è quello della retroattività: i baretti dovevano essere smantellati alla scadenza delle autorizzazioni, dal primo novembre 2012. Nessuno lo ha fatto: la modifica delle linee guida del Pul darebbe copertura anche per questi mesi “fuori dalle regole”?
Negli uffici dell’assessorato comunale all’Urbanisti ca non ne sono certi: in municipio sono convinti che non basti trasferire gli stessi principi del decreto Rassu (considerato insufficiente) in una delibera della giunta regionale per cambiare le cose. Quindi anche questo provvedimento potrebbe rimanere lettera morta. «Il passaggio successivo», spiega il consigliere regionale del Pd Chicco Porcu, «sarebbe l’approvazione di una legge in consiglio regionale che impone al Comune l’applicazione della delibera della giunta sul Pul. E si dovrebbe inserire anche un passaggio che prevede l’applicabilità della norma alle strutture in piedi al 31 ottobre dell’anno scorso». A questo punto sorge un altro problema. O si fa in fretta, e molto, oppure in consiglio regionale entra la legge finanziaria: l’ordine del giorno dell’aula, in questo caso, può essere modificato solo in casi straordinari, con l’accordo di tutto il consiglio. Altro che soluzione dietro l’angolo: i tempi si allungano e le ombre (e la magistratura) incombono sui baretti. E Chicco Porcu commenta: «Per nostra volontà in consiglio regionale ce la stiamo mettendo tutta. Ma non si doveva arrivare a questo punto». E. F.