POETTO. Gli ordini di demolizione potrebbero arrivare prima della soluzione
Per approvare legge e decreto ci vogliono 15 giorni
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Una legge non basta. In un panorama in continua evoluzione, la sorte dei chioschi del Poetto è tutt'altro che definita. È vero, c'è un accordo di massima delle forze politiche, Pd e Pdl in testa, che ieri hanno lavorato insieme per trovare una soluzione ed evitare le demolizioni dei baretti. E proprio durante l'ultima riunione negli uffici dell'assessorato regionale all'Urbanistica, si è arrivati a una conclusione: per salvare la stagione estiva del lungomare serve anche una delibera della Giunta regionale che modifichi le linee guida dei Piani di utilizzo dei litorali. Il documento dell'esecutivo Cappellacci, proposto dall'assessore Nicolò Rassu, servirà a regolare il «periodo di transizione» fino all'approvazione definitiva del Pul, che dovrà entrare in vigore entro il 2013.
LA SOLUZIONE In pratica le autorizzazioni in mano ai chioschetti potrebbero valere fino a fine anno. I gestori dei bar però dovranno chiedere (come hanno già fatto, senza successo, a gennaio) un accertamento di conformità paesaggistica. E qui si inserirà la legge regionale.
Il testo inviterà i Comuni della Sardegna a verificare se nel proprio territorio ci siano delle situazioni simili a quelle descritte dalla futura delibera di Giunta, che sostanzialmente recepisce l'ormai famoso Decreto Rassu. «Questa è la strada che si sta seguendo, insieme alle forze di centrodestra e centrosinistra in Regione e in Comune», spiega il capo di Gabinetto dell'assessorato all'Urbanistica Massimiliano Tavolacci.
CORSA CONTRO IL TEMPO I tempi però sono stretti. Il Comune potrebbe già inviare, almeno in linea teorica, le ordinanze di demolizione dei chioschi, che ora come ora sono in piedi senza una regolare autorizzazione. Invece la legge e il decreto arriveranno al massimo «tra dieci o quindici giorni», spiega Edoardo Tocco, consigliere regionale del Pdl che ieri ha partecipato all'incontro insieme al consigliere comunale del Pd Davide Carta e all'assessore all'Urbanistica del Comune Paolo Frau. «Ora è importante che l'assessore Rassu convochi un altro incontro con i rappresentanti del Municipio e della Regione», dice Tocco. Anche Carta preme per «una soluzione condivisa da tutte le forze politiche».
I TITOLARI Proposte e appelli al dialogo su cui sono puntati gli occhi dei gestori dei baretti del Poetto, finiti nuovamente nel registro degli indagati della Procura per non aver smantellato le strutture entro il 31 ottobre scorso, che martedì hanno assistito alla seduta di Consiglio comunale e sono stati ricevuti anche in Regione. «In Comune è stata bocciata la proposta di delibera che ci avrebbe consentito di salvare le nostre strutture e noi non abbiamo capito il perché», riassume Alessandro Cogoni, proprietario del chiosco "La Sella del Diavolo". Qualche perplessità anche per il futuro: «Ora ci dicono che serve una legge regionale e una delibera di Giunta - prosegue Cogoni -. Speriamo che bastino e soprattutto che gli uffici del Comune accettino queste nuove norme. Di sicuro noi non smonteremo i chioschi finché non ci sarà uno strumento che ci permetta di rimontarli». Al momento rimuovere le strutture significherebbe dover iniziare nuovamente la procedura per ottenere le autorizzazioni. Un percorso di mesi. Oltretutto c'è il rischio che con il rilascio di altre licenze temporanee senza l'approvazione del Pul si configuri comunque il reato di abuso edilizio.
PALLA AL COMUNE E c'è anche un ultimo, importantissimo aspetto: per gli uffici del Comune le nuove norme saranno sufficienti? Perché la parola definitiva su questa vicenda spetta al Municipio, che dovrà accettare o respingere le richieste di «accertamento di conformità paesaggistica» che i concessionari del Poetto depositeranno. Impossibile fare previsioni, visto che per adesso circolano solo ipotesi e nessun documento è stato ancora approvato.
M. R.