C'è l'intesa tra i capigruppo in Consiglio regionale, ma la legge potrebbe non bastare
Tempi lunghi per la ricostruzione se saranno demoliti
Vedi la foto
C'è una settimana di tempo per salvare i chioschetti. E per non affossare la stagione estiva del Poetto, che al momento è già a rischio: nei prossimi giorni, se non dovesse arrivare nessuna soluzione - cioè una legge regionale, che attualmente sembra l'unico provvedimento in grado di cambiare la situazione - il Comune manderà avanti le pratiche di abuso edilizio avviate nelle scorse settimane e notificate ai gestori dei baretti. Il tempo a disposizione è poco. L'Edilizia privata del Comune ha inviato ai concessionari le lettere in cui comunicava il diniego alla richiesta di accertamento di compatibilità paesaggistica il 13 marzo. In molti casi (non tutti hanno ricevuto i documenti nello stesso momento) sono già trascorsi i dieci giorni che autorizzerebbero il municipio a fare il passo successivo: firmare le ordinanze di demolizione dei chioschi.
LA POLITICA PRENDE TEMPO Ma se gli uffici continuano dritti per la propria strada, senza indugiare - perché sul Poetto è molto attenta la magistratura, che ha già aperto un'inchiesta - la politica continua a prender tempo. In Consiglio regionale la legge-ponte, che consentirebbe di salvare le strutture di legno del litorale, verrà discussa probabilmente la prossima settimana. Probabilmente, perché nulla è sicuro. Ieri la conferenza dei capigruppo ha affrontato l'argomento e per qualche momento è sembrato che il documento potesse essere discusso immediatamente in aula. Poi a fine serata l'annuncio: il testo di legge verrà trasmesso al Consiglio delle autonomie locali per il parere obbligatorio, quindi tornerà in Consiglio e, visto il carattere di urgenza, potrebbe essere discusso e votato subito.
BOCCIATA LA PROPOSTA-FARRIS Sull'altra sponda di via Roma, in Municipio, il discorso non cambia. Ieri i consiglieri hanno esaminato e bocciato (12 sì, 19 no) la proposta di delibera di Giuseppe Farris (Pdl), che avrebbe prolungato la vita dei chioschetti fino all'approvazione definitiva del Piano di utilizzo dei litorali. Un documento su cui il dirigente Riccardo Castrignano si è espresso in maniera negativa: non basterebbe a risolvere la situazione e a definire il concetto di «temporaneità» delle strutture, attorno a cui ruotano tutti i problemi dei chioschi. Innanzitutto perché il varo del Pul è ancora lontano. Forse lontanissimo, visti i primi rilievi mossi a livello regionale: «Siamo a metà del guado e non sappiamo ancora quanto sia largo il fiume che dobbiamo attraversare», ha sintetizzato ieri il presidente della commissione Urbanistica Andrea Scano (Pd). Nel dibattito in aula, concluso alle 22, è emersa comunque una disponibilità di maggioranza e opposizione a trovare uno sbocco condiviso, magari in incontri che riuniscano assessori e consiglieri comunali e regionali.
ESTATE SENZA BARETTI Al netto delle proposte di dialogo però, la soluzione non sembra vicina. E l'ipotesi di un'estate senza baretti comincia a prendere corpo. Anche perché la legge-ponte sembra essere l'unico rimedio a un «pasticciaccio» sempre più brutto. La strada della rimozione dei chioschi e della successiva ricostruzione, infatti, al massimo potrebbe consentire ai gestori dei chioschi di salvare solo una parte della stagione estiva.
AUTORIZZAZIONE A RISCHIO Per essere rimontati i baretti avrebbero bisogno di una nuova autorizzazione. Per ottenerla si dovrebbe passare di nuovo attraverso una serie di conferenze di servizi al Suap (sportello unico per le attività produttive) e aspettare settimane, se non mesi. Aprile è alle porte e una soluzione del genere porterebbe ad avere le licenze non prima di maggio o giugno, ma nel conto dovrebbero essere inseriti anche la programmazione dei lavori e l'effettiva durata della ricostruzione. E il Poetto si ritroverebbe nel mezzo di un cantiere, proprio nel cuore dell'estate.
Michele Ruffi