Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Centro storico, rivolta contro la movida

Fonte: L'Unione Sarda
17 novembre 2008

Il caso. Petizioni e lettere degli abitanti di Castello, Marina, Stampace e Villanova

Urla e traffico fino a notte fonda, residenti all'esasperazione

La battaglia è finita sul tavolo delle autorità: gli abitanti di via Napoli hanno spedito una lettera a prefetto, questore e sindaco.
In piazza Carlo Alberto il risveglio della domenica (e spesso, anche del sabato e pure del venerdì) ha il colore delle bottiglie di birra lasciate sulle panchine e l'odore della pipì fatta sui portoni d'ingresso: «Dal giovedì al sabato c'è solo chiasso, schiamazzi e alcol a fiumi fino alle sei del mattino», racconta Mariola Pitzalis, residente a Castello. Un rione che si sente ostaggio (d'estate e d'inverno) della movida altrui: «Siamo esausti, abbiamo bisogno di sentirci tutelati e di poter riposare tranquillamente».
Ma il problema è allargato anche agli altri quartieri del centro storico: Villanova, Stampace e Marina. Dove abitanti e clientela dei locali notturni convivono da anni senza aver trovato l'equilibrio perfetto. Basta una sigaretta fumata all'ingresso del pub, moltiplicata per decine di ragazzi, e il sottofondo metropolitano diventa rumore. E non c'è doppia finestra che tenga.
«Le strade più rumorose? Via San Giovanni, piazza Yenne, Corso Vittorio Emanuele. Purtroppo sono nel cuore dei quartieri storici e i rumori rimbombano, vengono amplificati. Nelle terrazze del Bastione, ad esempio, questo non succede», spiega il presidente della Circoscrizione uno Gianfranco Carboni.
I "BUTTADENTRO" La soluzione? «In America, all'esterno dei locali, invece dei buttafuori hanno i buttadentro: persone che invitano i clienti ad entrare, invece che trascorrere fuori gran parte della serata. In via San Giovanni qualche club ha utilizzato questa soluzione. Ma non è solo una questione di rumori e schiamazzi: è preoccupante anche l'igiene pubblica. Ci sono pochi bagni e la gente scambia le strade per toilette a cielo aperto». La Ztl notturna, invocata dal consiglio circoscrizionale e all'esame della Giunta comunale in questi giorni, ridurrà il rumore di fondo fatto di clacson, motori e sfrizionate nel cuore della notte. «Certo, il traffico diminuirà sensibilmente, si sentiranno meno clacson e autoradio, ma credo sia più importante l'educazione di chi frequenta i locali notturni. In piazza Savoia, dove i clienti hanno un'età media più alta, le lamentele non sono così forti».
LE PETIZIONI Ma anche nel quartiere Marina i residenti non hanno vita (e sonno) facile. La battaglia qualche mese fa è finita sul tavolo delle autorità: gli abitanti di via Napoli hanno spedito una lettera a Prefetto, Questore e Sindaco. Sul tavolo del primo cittadino sono arrivate anche le lamentele dei residenti in piazza Savoia e piazza Yenne. Dove i firmatari segnalano anche la disposizione anarchica dei tavolini e dei gazebo, oltre alle auto in doppia e tripla fila che spesso occupano tratti d'asfalto dove non potrebbero neanche passare. È il caso della salita Santa Chiara, chiusa al traffico ma utilizzata come parcheggio dagli amanti della movida. Le petizioni fotografano una realtà che anche d'inverno si ripete (quasi) sette giorni su sette: «Canti, urla, clacson, musica all'aperto, che impediscono di riposare fino alle prime ore del mattino. Un disturbo giustificabile e tollerabile quando si tratta delle notti bianche e dello shopping sotto le stelle, che diventa una penitenza per i residenti se ripetuto tutte le notti».
Alle lamentele (tre pagine più firme) sono state allegate alcune sentenze della Corte di Cassazione e dei Tar Puglia e Veneto, nelle quali sono stati condannati i gestori dei locali notturni. Altrimenti, c'è chi minaccia di «farsi giustizia da sé». E allora sarà guerra. Con i gavettoni.
M. R.

17/11/2008