COMUNE. Bonus ai dirigenti: la protesta dei dipendenti municipali
Manco la pioggia li ferma. Questa mattina saranno in piazza Palazzo a bussare alle porte del prefetto. Via Roma, giorno nono, la guerra dei premi va avanti. E finisce sul web, i 1.413 dipendenti comunali in presidio permanente nel primo piano del Municipio ora hanno anche una pagina Facebook. L'ascia di guerra la tengono stretta, non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi alla decisione dell'amministrazione di assegnare i compensi per la produttività solo ai dirigenti e agli alti funzionari. «Spettano anche a noi», gridano in coro del quartier generale della Giunta; da qualche giorno nucleo operativo dell'accesa vertenza.
Sotto i portici, ai lati delle colonne liberty, le bandiere dei sindacati sventolano senza tregua. All'interno, una sfilza di cartelloni al veleno tappezzano le pareti: “Vogliamo vivere dignitosamente”, “Diffida anche tu l'amministrazione”, “Dipendenti di serie B”. Le sigle sindacali sono compatte: Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Dicapp combattono insieme. «Non possiamo piegarci a un sistema che nega il diritto alla contrattazione», attacca Nicola Cabras, presidente della Rsu e responsabile della Cgil comunale. «Vogliamo risposte concrete dalla politica», chiedono a gran voce. Dai piani alti solo silenzio, sino a ieri. Il vicesindaco Paola Piras in mattinata ha fatto visita al presidio. Ma niente è cambiato, per ora. Mimmo Foddis, segretario provinciale della Uil, non è disposto a cedere: «Tutto il sistema dev'essere messo in discussione», attacca. «Chiediamo che venga aperto un tavolo politico, serio», spiega Domenico Di Julio, delegato Rsu della Cisl.
Ora la palla passa al prefetto. Stamattina riceverà i rappresentanti sindacali, la Rsu, e l'assessore al Personale Luisa Sassu. Ognuno spiegherà le sue ragioni. Si preannuncia una giornata di fuoco. «Se anche il prefetto non ci darà risposte soddisfacenti cercheremo nuove forme di protesta», annuncia Cabras. «Se ci obbligano siamo pronti a scioperare». Nessun cambio di programma per la seduta del Consiglio, anticipato alle 15 e trenta, forse per aggirare l'astensione dei lavoratori dalle ore extra lavorative. Tentativo fallito, i sindacati hanno fissato l'assemblea nello stesso orario. Il braccio di ferro prosegue.
Sara Marci