Vigili
L’INTERVISTA La dirigente della municipale: «Festa di Castello, sviluppi nei prossimi giorni. Cagliari è una città sicura». Età media troppo alta nel corpo. Sede di via Crespellani troppo in periferia
Una città dove si può passeggiare da soli la notte, pattugliata da uomini con un’età media abbastanza alta, svariate gare d’appalto trovate ferme e rimesse a correre e cittadini ai quali far capire l’importanza delle 233 divise che comanda. A dieci mesi dal suo insediamento, sono questi i pensieri principali di Manuela Atzeni, prima comandante “rosa” della polizia municipale. «Sto facendo un’attività di autoformazione tra i miei colleghi per un cambiamento di cultura all’inter - no del corpo che dirigo, che ha un’età un po’ troppo elevata».
Comandante, prima di tutto: cosa è successo sabato notte in via santa Croce?
Alcuni abitanti di Castello ci hanno segnalato caos e musica alta. Rigetto con forza le accuse che muove chi sostiene che i miei colleghi abbiano fatto irruzione alla festa degli universitari. Stiamo ascoltando le testimonianze delle varie parti in causa, ci saranno sviluppi nei prossimi giorni.
Quali sono le gatte da pelare che ha trovato appena ha indossato la divisa di comandante?
Il problema principale è l’età media dei colleghi, 51 anni, molto alta. Ho ridistribuito i carichi di lavoro, per esempio non passano più sette ore di fila a un incrocio. Ho operato dal punto di vista burocratico, recuperando tante gare di appalto. Negli uffici comunali è già giunta quella per la rimozione dei veicoli, sto ultimando anche la gara per esternalizzare la gestione dell’iter informatico sanzionatorio.
L’organico che dirige è sufficiente?
Sì. Cerco di razionalizzare tutte le attività. Tuttavia, se fossero di più, magari 250 o trecento, non sarebbe mica male.
Comandante Atzeni, che tipo di città è Cagliari?
Molto più sicura rispetto a altri capoluoghi italiani. Ma è ovvio che si può sempre migliorare. La base della polizia municipale è in via Crespellani, piena periferia… È un problema soprattutto per i cittadini, che riceviamo tre volte alla settimana. Certo, i mezzi pubblici arrivano anche qui, ma rimane il desiderio, magari, della struttura di viale Trieste, o in via Sonnino.
Quali sono gli obbiettivi ai quali non vuole rinunciare?
Tengo moltissimo all’attività di formazione interna, per attuare un cambiamento di cultura all’interno del corpo. Anche perché solo così si può lavorare sulla creazione di una giusta consapevolezza, verso i cittadini, del nostro ruolo di polizia municipale.
Paolo Rapeanu